28/11/11

I debiti vanno pagati? No, se sono illegittimi.

Non sempre i debiti vanno pagati. Lo hanno dimostrato Ecuador e Islanda, ma anche il Consiglio di Stato e la Provincia di Pisa che blocca i pagamenti alle banche. Ad un debito illegittimo, si può dire di no.


E' uno dei tanti mantra che i cittadini ripetono senza capire davvero che le implicazioni sono anzitutto psicologiche. "I debiti vanno pagati", un po' come "Equitalia punisce solo gli evasori" e "Mario Monti promette equità".

Ma è vero che "i debiti vanno pagati"? Oppure è solo un meccanismo di autoconsolazione, che ci aiuta a rassegnarci alla spremitura generale che ci attende? Ripetendo questo mantra, ci siamo messi in fila ordinatamente come le mucche al macello in attesa dell'inevitabile fine.
Eppure, c'è chi ha voluto andare fino in fondo alla questione del debito del proprio Paese. Come Rafael Correa, Presidente dell'Ecuador, che ha istituito una commissione apposita che lo esaminasse fin nei dettagli. Ne avevamo parlato qui, e qui trovate l'intera relazione della commissione. Il responsabile della commissione ha dichiarato:
oltre l'80% del debito corrisponde a re-finanziamento e solo il 20% è  destinato a progetti di sviluppo. E' una violazione alla sovranità e alla dignità. Questo percorso di 30 anni di indebitamento non è servito agli interessi dell'Ecuador ma solo alle necessità dei paesi creditori; ci sono notevoli indizi di un'attività fraudulenta che ha convertito il debito in un mostro impagabile.
Oltre all'Ecuador abbiamo l'esempio dell'Islanda, che ha istituito un'analoga commissione, non ha pagato nessuno e per giunta ha fatto arrestare i banchieri responsabili del disastro.
Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di esempi estremi, esotici, da palme tropicali o paesaggi artici, impraticabili qui da noi. E invece, qualcosa si è già mosso: la provincia di Pisa ha riscontrato che il proprio debito in derivati, contratto con alcune istituzioni bancarie, ha tutte le caratteristiche dell'illegalità ed ha annullato unilateralmente tutte le operazioni in derivati. E il Consiglio di Stato gli ha dato ragione. Tra le motivazioni, che trovate qui nei dettagli, vediamo che le banche pretendevano di far valere qui la giurisdizione inglese, e che nei contratti esistevano "costi impliciti" di cui l'ente non era a conoscenza e di cui avrebbe subito l'aggravio per anni.
Insomma, i debiti si pagano, ma non quando sono stati creati con l'imbroglio. E questo vale sicuramente per moltissimi enti locali italiani, che stanno affogando in debiti su operazioni incomprensibili e talvolta fraudolente. D'altronde, nessuno è tenuto ad essere esperto in questioni finanziarie e per questo ci si fida dei consulenti. Se il medico dà una cura sbagliata, la colpa non è del paziente che "non si è informato prima".
Forse il nostro ultragoverno magico dovrebbe istituire una commissione di esperti, super partes (che non hanno lavorato per Goldman Sachs, per intenderci), allo scopo di dissezionare il debito italiano. Probabilmente ne scoprirebbero delle belle.

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