15/11/11

Il ricatto in tempo reale

“Btp sopra la soglia di allarme, ma la situazione migliora dopo il sì al nuovo governo dei due principali partiti.”
Era uno dei titoli che stamane popolavano l’home page di Repubblica e lascia intuire con chiarezza adamantina quale sarà la strategia applicata nell’Italia in stato di occupazione nel corso dei prossimi mesi.
Qualche remora nell’applicazione di nuove tassazioni a carico del contribuente? Lo spread inizia a salire in maniera vertiginosa e la cifra (500 – 520 – 550 – 600 – 610 - 700) campeggia a caratteri cubitali sui giornali e sugli schermi TV, mentre gli “esperti” vaticinano il crollo del paese nel baratro del default. Le remore vengono immediatamente meno, facendo si che si possa tassare a profusione e lo spread inizia a scendere gradualmente, ma non troppo, perché continui a restare un monito per chiunque osi mettere i bastoni fra le ruote alla megamacchina tecnofinanziaria.
Le proteste per i previsti 300mila licenziamenti iniziano a prendere piede e perfino qualche improvvido sindacalista fulminato sulla via di Damasco osa esprimere malcelato scetticismo? Ecco che lo spread sale alle stelle.....
e di fronte alla prospettiva di una sciagura di proporzioni inenarrabile i 300mila poveracci buttati in mezzo ad una strada diventano in fondo poca cosa, trasmutando allo stato di sacrificio tutto sommato accettabile. Il sindacalista improvvido e “antipatriota” bacchettato da Napolitano ritorna nei ranghi, la gente mormora ma resta in casa e lo spread inizia a scendere, ma di poco, perché lo spettro della catastrofe deve rimanere tangibile e reale.

Le privatizzazioni incontrano qualche sacca di resistenza? Ecco il diavoletto dello spread che prende il volo per compiere lo sterminio annunciato, mentre immediatamente le sacche di resistenza si dissolvono come neve al sole.

Protesti per la bastonata? Guarda che lo dico al direttore e lui ti pesta a sangue fino a lasciarti esanime sul pavimento, hai compreso come funziona da oggi in poi?

Una catastrofe costruita progressivamente nel corso dei mesi, con il consenso delle forze politiche e dei cittadini, ottenuto paventando una catastrofe di dimensioni ancora maggiori che come una spada di Damocle verrà alzata sulle teste di noi tutti, ogni qualvolta si renda necessario reiterare il monito.
Anziché strisciare piagnucolando, con lo sguardo terrorizzato rivolto all’insù, bisognerebbe forse trovare  il coraggio di alzarsi in piedi e spezzare il braccio che brandisce la spada, ma per farlo occorrerebbe essere uomini e donne e non semplici burattini modello i phone.

di Marco Cedolin

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