24/02/12

Crisi sanità: i limiti delle risorse colpiscono al cuore


La sanità greca è distrutta, e anche la nostra non si sente molto bene. I limiti della crescita colpiscono per primo il sistema sanitario. Draghi sottoscrive.

Ieri sera ho seguito Piazza Pulita del povero Corrado Formigli (non vorrei davvero trovarmi nei suoi panni, devo stare più attenta a come parlo dell'ENI d'ora in poi). Si discuteva della situazione in cui versa il nostro disgraziatissimo sistema sanitario. Aldilà delle solite facilonerie, la colpa è dei fannulloni, dei medici, dei portantini, dei pazienti, dei soliti poveracci anziché dei tagli, delle ruberie e della corruzione; aldilà di questo, insomma, si è prospettato quel che noi Cassandre andiamo dicendo da tempo: con l'esaurimento delle risorse a rimetterci sarà anche la sanità.

 Lo dice anche Draghi, in fin dei conti: il welfare europeo è morto, ha annunciato ieri con la massima nonchalance. Probabilmente anche il welfare era ricoverato in un ospedale italiano.

C'è un blog che seguo e che parla proprio dell'impatto del declino energetico sulla sanità pubblica: si chiama Health After Oil, la salute dopo il petrolio.

Qualche giorno fa è uscito un bel post sulla Grecia, oggi tradotto in italiano da CDC: Radiografia della Grecia: una dose di Thanatos. Eccone un estratto:
Io e i miei colleghi per diversi anni abbiamo sostenuto che, nel momento in cui si fosse verificato un calo nella disponibilità energetica (in gergo "peak oil"), pressioni su altre risorse naturali, oppure ancora una crisi ecologica, le economie industriali si sarebbero scontrate con i limiti della crescita. Dunque, l'economia fondata sul debito e il sistema finanziario non avrebbe più funzionato nella maniera corretta e l'attività socioeconomica avrebbe iniziato a contrarsi e a mostrare segni di collasso. Ora che questo accade, la medicina moderna e il servizio pubblico sanitario e assistenziale saranno insufficienti nel tutelare la salute della popolazione e nel fornire cure mediche, a meno che non si riorganizzino per essere sostenibili in una situazione post-crescita. Il caso della Grecia avvalora questo ragionamento.
L'autore sostiene anche quel che dicevo qualche giorno fa a proposito di una nuova Norimberga: Mi piacerebbe se questi "alfieri dell'austerità" venissero arrestati con l'accusa di offesa alla morale e di condotta spregevole e disonesta. Si giustifica il "dolore sociale" con l'attuale convinzione culturale che la restituzione del debito sia sacrosanta; non lo è.

Vi consiglio caldamente la lettura del post. Ne saprete molto di più sulla sanità greca, e ahinoi sulla sanità che aspetta tutti noi.

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