07/02/12

In Grecia, siamo agli ospedali autogestiti

La crisi greca sta devastando la sanità pubblica. Gli ospedali non funzionano più, e medici ed infermieri passano all'autogestione. Funzionerà?


Non troverete questa notizia troppo strombazzata dalla stampa. Che, a causa della disperazione per la crisi economica, un ospedale pubblico possa finire "bajo control obrero" come le fabbriche argentine è una notizia da non divulgare certo presso i cittadini europei.

Eppure è proprio quello che sta succedendo all'ospedale di Kirkos in Grecia. I dipendenti hanno occupato il nosocomio, annunciato che aderiranno allo sciopero nazionale, e che il 13 Febbraio un'assemblea proclamerà l'autogestione da parte di tutti i lavoratori.

L'assemblea servirà a decidere le procedure di cui c'è bisogno per implementare con efficienza l'occupazione dei servizi amministrativi e per realizzare con successo l'autogoverno dell'ospedale, che comincerà quel giorno. L'assemblea sarà lo strumento decisionale riguardo ai dipendenti e all'operatività del nosocomio.
Il governo non sarà libero dai suoi obblighi di staffing e di rifornimenti, ma se continuerà ad ignorare questi obblighi, saremo costretti ad informarne il pubblico e a chiedere sostegno per la sopravvivenza dell'ospedale e il supporto al diritto alla sanità pubblica e gratuita.

La mossa è abbastanza clamorosa, ma non del tutto inaspettata. Da settimane la sanità pubblica greca è alla canna del gas: mancano i rifornimenti di medicine, gli stipendi non vengono pagati, i cittadini non riescono ad accedere alle cure o sono costretti a pagare mance a infermieri e medici che tentano anch'essi di sopravvivere e continuare il servizio.

Un ospedale non è una fabbrica, e l'autogestione non servirà a far funzionare le strutture se non arrivano fondi. Ma è pur sempre una reazione da parte della società civile. Probabilmente l'ospedale di Kirkos sarà il primo di una lunga serie.

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