27/07/12

Fotovoltaico: ora si socializzano le perdite del termoelettrico


Il 3 Maggio scorso si verificò un evento storico nella produzione energetica italiana: fu "il giovedì in cui l'energia costava zero", grazie al boom del fotovoltaico italiano, ove profetizzai che presto nuove leggi e decreti avrebbero protetto la lobby dei produttori di termoelettrico.

Da quel giorno, è infatti cominciata la battaglia dei produttori tradizionali contro la produzione di energia rinnovabile, che li costringeva a rimetterci fior di soldoni. "Non cederanno senza combattere", qui raccontavamo la storia successiva.

Con buona pace delle tanto sacre leggi del mercato, si è cercato in tutti i modi di porre un freno all'enorme produzione italiana di energia gratuita solare affinché le centrali a olio combustibile e turbogas non dovessero chiudere i battenti. Il bello è che abbiamo praticamente un problema di sovrapproduzione (ma non dovevamo fare le urgentissime centrali nucleari? Ora si scopre che abbiamo energia in avanzo?), e quindi invece di privilegiare il rinnovabile lo si blocca.

Come? Col trucchetto del capacity payment, ovvero le centrali saranno ora remunerate in base alla potenza e non alla produzione effettiva. Tutto ciò serve, ehhh, per "stabilizzare la produzione". Toh. E chi paga? Pantalone, con altri soldi presi dalla bolletta. Socializziamo le perdite dei prenditori, come al solito. Ci si incavola persino Confindustria, il che è tutto dire. Ma un senatore risponde indignato, e difende il capacity payment: un senatore del PD, naturalmente. Quando c'è di mezzo l'Enel sono sempre in prima fila.

Intanto, ad agosto distacchi programmati per gli impianti fotovoltaici. Producono troppo, ancora.

di Debora Billi

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