Tra le molte misure che il memorandum della Troika (BCE, UE, FMI) ha imposto alla Grecia, ci sono le privatizzazioni. Tenetevi forte: vi leggo uno stralcio tratto da "La guerra dell'Europa" (p.63) di Monia Benini:
" Uno degli allegati che si riferiscono al programma di privatizzazioni fornito dal Fondo Monetario a marzo di quest'anno assomiglia a un bollettino di guerra, anzi all'inventario del bottino di guerra combattuta senza armi. Ricorda il programma di cento punti affidato dagli Usa al generale che guidava l'esercito di occupazione dell'Iraq che, un po' più dettagliatamente, recava anche i nomi delle multinazionali alle quali assegnare il bottino. Si va dal Gas pubblico (DEPA e DESFA) alle scommesse sul calcio, dal sistema di difesa ellenico (EAS) alla Hellenic Petroleum (HELPE); per poi passare al servizio idrico di Atene (EYDAP) e di Thessalonica (EYATH), alla Compagnia Mineraria e Metallurgica (LARCO), alle Poste Greche, alla Compagnia per l'Elettricità (PPC), alle ferrovie, all'aeroporto di Atene, alle autostrade. E ancora sono in elenco le lotterie di stato, i porti e i grandi beni immobili statali. Una totale spoliazione ".
Se è vero che le guerre non si fanno più con i carrarmati, è altrettanto vero che per fare un golpe non serve più l'esercito. Basta lavorare sui media e farli titolare "FATE PRESTO!", all'unisono. Il volgo cresciuto a colpi di "Ok, il prezzo è giusto!" si beve tutto. La Troika in Italia, almeno formalmente, non è mai arrivata. Non ne ha avuto bisogno: abbiamo fatto tutto da soli. Non abbiamo avuto neanche la dignità di costringere l'invasore alla conquista. Servi, ruffiani e leccaculo hanno confermato il ruolo che storicamente ci appartiene. I traditori hanno aperto i portoni al cavallo di troika e l'hanno tirato dentro, dove lentamente sta eseguendo la confisca del nostro benessere e delle nostre cose. Eni, Finmeccanica e il resto seguiranno. Ogni cosa a suo tempo.
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