09/11/12

APRITE GLI OCCHI: la dura realtà che il governo NON ha cambiato (e che addirittura ha peggiorato...)

Visto che ai lettori più sensibili...potrei apparire un po' troppo fazioso, incazzoso, irruente, martellante e malparlante in merito a Monti&soci, che l'informazione mainstream (in formazione compatta) ha la faccia di tolla di presentarvi come "salvatori della patria"...,
passo la parola al Blog Imprese+Finanza che è ben più pacato e serio del sottoscritto: cambia la forma ma di certo NON la sostanza...:-)
Sarebbe bello che cose del genere venissero dette anche in un pink-Tiggì...oppure da quel leccaculo di Fazio...e così via...in modo da giungere anche alla massa...
Invece dobbiamo continuare a cantarcele&suonarcele nella nostra riserva indiana dell'informazione indipendente...anche se prima o poi l'EVIDENZA DEI FATTI piomberà sulla testa anche di chi si beve la disinformazione mainstream quotidiana.....

La dura realtà che il governo non ha cambiato
8 novembre 2012 - Imprese+Finanza - Fabio Bolognini
Le cose non stanno andando affatto bene.
Avremo pure ristabilito la credibilità del paese nell’arena internazionale, avremo fermato temporaneamente la fuga dai nostri titoli di Stato (a prezzo di costringere le banche italiane a comprare tutto ciò che gli investitori esteri hanno venduto)

N.d.R Grazie soprattutto al bazooka-OMT-fantasma di Draghi...,

ma l’economia non mostra alcun segno di ripresa e la luce in fondo al tunnel che Monti e Grilli ci descrivono -senza darci effettive giustificazioni- a gran parte degli osservatori appare più un miraggio che realtà................
Le previsioni per il 2012 sono già storia, chiuderemo l’anno con un calo del PIL vicino al 2,5% con un calo dei consumi interni anche peggiore,
il 2013 non si presenta sotto migliori auspici anche perché l’intera Europa si è fermata o si sta fermando (vedi le previsioni per la Germania decisamente più fredde).
La tabella che pubblico mostra che siamo, ad eccezione del Portogallo e della Grecia, il paese europeo con il peggiore tasso di crescita previsto nel primo semestre 2012.
Che la ripresa possa ripartire nella seconda parte dell’anno lo dice il governo, lo auspica il Centro Studi di Confindustria ma nessuno ha grandi certezze visto che non sono stati promossi veri provvedimenti di stimolo alla crescita economica.

Il bilancio delle riforme è povero:
non abbiamo ridotto i costi della politica, non abbiamo trovato risparmi nei sussidi che lo Stato da al sistema imprese (pubbliche) -Giavazzi ha ottenuto solo 500 milioni su 30 miliardi a quanto ci dicono-, non abbiamo privatizzato nulla, abbiamo liberalizzato pochissimo, non abbiamo riformato la burocrazia statale, né il sistema della giustizia, non abbiamo alleggerito la pressione fiscale delle imprese.
E sul fronte finanziario anche peggio: non sono stati sbloccati i 90 miliardi di crediti arretrati, non è stato creato alcun meccanismo di contenimento della stretta creditizia operata dalle banche, i tassi bancari sono quasi raddoppiati e uccidono i conti economici delle imprese, i pagamenti della PA passeranno a 30-60 giorni da gennaio ma, a quanto sembra, con l’esclusione dei pagamenti alle società edili.
Le imprese che si prevede chiudano il bilancio con perdite nel 2012 sono salite dal 23% al 30%.
Anche le nostre banche annaspano sotto montagne di crediti non performing (cresciuti ancora del 15% in settembre) che sono l’effetto della crisi economica, della stretta creditizia, della mancanza di liquidità.

La conseguenza non può essere che questa tabella e le promesse del governo tecnico cadono in uno scetticismo pericoloso.
E come giustamente dice l'amico di borsadiocchiaperti:
Dopo aver osservato il tutto mi domando:
"Ma se gli Usa si trovano in una situazione grave, qual'è il grado di difficoltà dell'Europa, che ha quasi applicato il modello americano degli ultimi 4 anni, sposandone i difetti e tralasciando i pregi?"
L'aggettivo giusto da usare per l'Unione Europea potrebbe essere non "grave", ma, "Insostenibile", soprattutto per quei paesi che hanno sfondato da tempo il tetto del 100% Debito/Pil e che non possono più far leva su un aumento della pressione fiscale.
Vi viene in mente qualche paese specifico?
Il Mercato ci ha dato un po' di tempo, soprattutto grazie al Bazooka-OMT-fantasma di Draghi...
ma il tempo è una risorsa limitata...
anzi...di questi tempi è una risorsa preziosissima e reperibile solo a costi elevatissimi....
Dunque anche gli Institutionals stanno aprendo gli occhi....
Persino uno come il tenero Olli ha dato un'occhiata ai conti pubblici italiani e...sim sala bim!
Si è accorto che ...
....Il livello di debito pubblico dell'Italia e il modo con cui non si riduce ''preoccupa''...
 E poi Morningstar, la UE, etc....avanti il prossimo!
Anche se come SEMPRE l'informazione indipendendente e di qualità
che voi NON sostenete attivamente...
ci è arrivata SECOLI PRIMA...

L'Italia ora fa davvero paura
Lo scenario congiunturale della Penisola peggiora ancora.
Male Pil, debito e occupazione. Aumentano le vendite in Borsa.  
     

La situazione macro in Italia peggiora ancora e i mercati, stavolta, si preoccupano sul serio.
L’indice Msci relativo alla Penisola, che fino a un paio di mesi fa sembrava immune alle notizie di recessione del paese, nelle ultime quattro settimane (fino al 4 novembre e calcolato in euro) ha perso il 2,2%, portando la performance da inizio anno a +6,3%.
   
Le vendite sono guidate dalle ultime fotografie sul quadro congiunturale tricolore scattate da più angolazioni.
Il rapporto tra il debito pubblico e il Pil, per esempio, ha registrato un nuovo record.
Secondo i dati diffusi dall’Eurostat, nel secondo trimestre del 2012 il debito/Pil italiano è salito al 126,1% dal 123,7% dei primi tre mesi dell’anno.

Tra i Paesi della zona euro solamente la Grecia ha un rapporto maggiore di quello del Belpaese (al 150,3%).
In generale, le previsioni non sono entusiasmanti.
   
Per il 2012 l’Istat prevede una riduzione del prodotto interno lordo italiano pari al 2,3%, mentre nel 2013, nonostante un moderato recupero dell’attività economica nel secondo semestre, la variazione media annua resterebbe leggermente negativa (-0,5%).
La domanda estera potrebbe essere, in entrambi gli anni, la principale fonte di sostegno alla crescita, con un contributo rispettivamente pari al 2,8% e allo 0,5%, mentre il contributo della domanda interna è previsto rimanere negativo sia nel 2012 (-3,6%) sia nel 2013 (-0,9%).
   
Meno spese e più disoccupazione

La spesa privata per i consumi potrebbe registrare nell’anno in corso una contrazione del 3,2%.
Nel 2013, la spesa delle famiglie dovrebbe essere ancora in calo (-0,7%), a seguito delle continue difficoltà sul mercato del lavoro e della debolezza dei redditi.
Gli investimenti fissi lordi dovrebbero diminuire del 7,2% nel 2012, per effetto di una forte riduzione delle uscite da parte delle imprese e delle amministrazioni pubbliche.
Nel 2013, le prospettive di una ripresa della produzione e il graduale miglioramento delle condizioni di accesso al credito potrebbero arrivare ad un rallentamento della caduta (-0,9%).
   
L’aumento dei posti di lavoro osservato a partire dalla fine del 2011 avrà come effetto un incremento del tasso di disoccupazione previsto per quest’anno (10,6%), visto che molti dei posti creati allora andranno persi.
Nel 2013 la percentuale dei senza lavoro può continuare a salire (11,4%).
Un trend che potrebbe avere effetti di lunga durata.
“Il rallentamento del commercio mondiale e il possibile riacutizzarsi delle tensioni sui mercati finanziari costituiscono i principali fattori di rischio al ribasso per queste previsioni”, conclude l’Istat. 
   
Per approfondimenti:
http://www.morningstar.it


L'Ue gela l'Italia "siete in recessione profonda"
Allarme Ue sull'Italia e sulla zona euro: il nostro Paese e' "in profonda recessione" e ci sarà una "tiepida" ripresa solo nel 2013
(N.d.R. forse...ma non credo...)
La disoccupazione invece continuerà a salire fino al 2014. I dati sono contenuti nelle previsioni economiche di autunno della Commissione europea.
   

Per l'Eurozona la vera ripresa arriverà nel 2014 mentre il picco dei senza lavoro ci sarà il prossimo anno.
Con un Pil in calo del 2,3% nel 2012, l'economia italiana e' in "profonda recessione", spiega l'Ue.
(N.d.R. Ma daiiii?! La UE lo certifica adesso, io lo anticipavo 12-18 mesi fa ...)
Questa sarà seguita da una "tiepida ripresa", visto che il Pil sarà in calo più moderato nel 2013 (-0,5%) per tornare al segno positivo solo nel 2014 (+0,8%).
   
A maggio, la Commissione aveva previsto che il Pil sarebbe aumentato dello 0,4% già nel 2013.
Il 2012 si chiuderà nel nostro Paese con un rapporto deficit/Pil pari al 2,9%: secondo la Commissione Ue il rapporto scenderà al 2,1% l'anno prossimo, quando i conti italiani si avvicineranno al pareggio strutturale. Infine e' -0,4% il dato per il 2013.
   
La disoccupazione aumenterà anche nei prossimi anni: dal 10,6% di quest'anno, per la prima volta a due cifre, si passerà all'11,5% nel 2013 e all'11,8% nel 2014.
La stima e' molto peggiore rispetto a quella che la stessa Commissione aveva fatto nel maggio scorso, con un tasso di disoccupazione che si manteneva sotto il 10% anche nel 2013
.
Infine il debito pubblico italiano raggiungerà il suo picco l'anno prossimo, quando sarà pari al 127,6%.
   
Il rapporto debito/Pil tornerà nel 2014 al livello stimato da Bruxelles per quest'anno, ovvero il 126,5%.
Riguardo all'Eurozona la Commissione ha rivisto al ribasso le stime sull'economia nel 2012 e nel 2013 e prevede un ritorno ad una crescita "molto modesta" soltanto nel 2013.
Nel 2012 si conferma la recessione con un calo del Pil dell'eurozona dello 0,4%.
   

"La ripresa del Pil e' prevista essere molto modesta nel 2013," si legge nel documento della Commissione che blocca la crescita allo 0,1%, mentre le previsioni precedenti segnalavano un ottimistico 1%.
L'economia dell'eurozona dovrebbe ritornare a girare a ritmo sostenuto soltanto nel 2014 quando la Commissione stima una crescita dell'1,4% "a condizioni invariate". 
(N.d.R. Ah ah ah! Ripresa sempre l'anno dopo dell'anno dopo...ed a condizioni invariate...)
E che la crisi si stia allargando lo segnala anche il presidente della Bce, Mario Draghi, secondo cui "e' arrivata anche in Germania" che finora "poteva dirsi immune da alcune difficoltà di altri paesi dell'Eurozona".
   
Per questo, aggiunge il numero dell'Eurotower, e' importante anche per Berlino "assicurare la stabilità " dell'area dell'euro.
Concetto condiviso dalla cancelliera Angela Merkel, per la quale l’Euro "è più di una semplice moneta unica",è "il simbolo dell'unificazione riuscita, dell'Europa della libertà e del benessere da tutelare per i nostri figli".
(N.d.R.bla bla bla blaaaaa)
Per approfondimenti:
www.agi.it

Fonte articolo

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