Fonte articolo
Reporters sans frontières, 13.6.08
[articolo originale in francese e in inglese]
Il governo del premier Silvio Berlusconi oggi ha approvato all'unanimitá un disegno di legge che restringerá l'uso di intercettazioni alle investigazioni su crimini che prevedano pene di minimo 10 anni di carcere e prevederá pesanti multe o carcere a media e giornalisti che pubblichino le trascrizioni delle intercettazioni senza il permesso di un giudice.
"Sembrerebbe che ci siano altre motivazioni per questo decreto poiché ostacolerebbe il lavoro sia dei tribunali sia dei giornalisti," dichiarano i Reporters sans frontières. "Si spaccia come un mezzo per meglio tutelare la privacy, ma in pratica eviterebbe anche che alcuni crimini vengano a conoscenza del pubblico e portati in tribunale. Ci si chiede quale sia il vero obiettivo del governo."
Il decreto, che andrá ora alla Camera e al Senato, proibirá le intercettazioni per investigare su crimini che prevedono pene di meno di 10 anni di carcere, anziché 5 come prevede la normativa attuale. Si farebbero eccezioni per crimini contro lo stato, inclusi casi di corruzione, per i quali basterebbe una sentenza minima di 5 anni. Le intercettazioni resterebbero dunque bandite per casi di "associazione a delinquere" e "insider trading".
I giornalisti che pubblicheranno intercettazioni senza il permesso di un magistrato saranno dunque puniti con il carcere da uno a tre anni, mentre i loro editori potrebbero avere multe fino a 100.000 euro per averlo permesso.
Nel mese di giugno 2007, Reporters sans frontières aveva avvisato dei pericoli del decreto proposto dall'ex-ministro della Giustizia Clemente Mastella che avrebbe drasticamente ristretto la pubblicazione di intercettazioni ed avrebbe ridotto la facoltá di reporter ed editori di compiere le loro proprie scelte editoriali.
Proprio come successe per il decreto di Mastella, anche quello odierno é stato bersaglio di dure critiche da parte della Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI), del presidente dell'ordine dei giornalisti, Lorenzo de Boca, e dell'ex-sindaco di Roma Walter Veltroni.
Berlusconi stesso é stato in passato il bersaglio di intercettazioni che hanno portato a diversi processi, ed aveva dichiarato all'inizio che la nuova legge avrebbe reso la pubblicazione "illegale" di intercettazioni punibile con 5 anni di carcere.
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