Fonte articolo
Venerdì, l'Irlanda ha assestato un pugno da KO alle elites politiche ed economiche europee sconvolgendo i loro piani per un Superstato Europeo. Il cosiddetto Trattato di Lisbona non è nulla più che un reimpacchettamento della Costituzione Europea già bocciata dai cittadini francesi ed olandesi nel 2005. Il trattato era stato riempito con il tipico e "democratico" linguaggio incomprensibile per nascondere le brutali politiche neoliberiste che ne erano il cuore.
Se fosse passato, il trattato avrebbe spianato la strada a massicce privatizzazioni di servizi pubblici e diminuito i diritti dei lavoratori, il controllo statale sulle politiche commerciali e le libertà civili, e dato il via ad un aggressivo piano di militarizzazione dell'Europa.
L'intera classe politica ed economica irlandese ha fatto quadrato intorno al trattato, ma il popolo irlandese...
ha voltato le spalle alla campagna di paura ed alle false promesse di prosperità ed ha votato NO. I risultati del referendum danno il 53.4% al NO ed il 46.6% al SI. Malgrado le massicce campagne di pubbliche relazioni, il voto non è stato nemmeno tanto in bilico.
Un portavoce della campagna per il NO spiega così:
"Gli Irlandesi hanno espresso la loro preferenza. Contrariamente a chi prediceva conseguenze negative sul piano sociale e politico, noi crediamo che centinaia di milioni di Europei accoglieranno positivamente la bocciatura del Trattato di Lisbona. Questo voto dimostra il divario che intercorre tra le elite finanziarie e politiche europee, e le opinioni delle popolazioni. Come in Francia ed Olanda, i leader della politica e dell'establishment hanno fatto di tutto per far vincere i si - ma hanno fallito. I tentativi di indebolire ulteriormente la democrazia, di militarizzare l'Europa e di permettere alle aziende private di impossessarsi dei servizi pubblici sono stati respinti. Il Trattato di Lisbona è morto. Ora dovrebbe venir seppellito insieme a quella stessa Costituzione Europea dalla quale è stato ricreato".
La vittoria del no è stata ricevuta con un certo malcontento in Inghilterra dove il governo neoliberale di Gorgon Brown ha già indicato di voler rigettare i risultati delle elezioni e "andare avanti" allo scopo di ratificare il trattato. Nè Brown nè i suoi soci a Bruxelles sembrano essere disposti a prendere atto di qualcosa così marginale come il volere dei cittadini. Il parlamentare Laburista ed ex Ministro dell'Unione Europea Denis MacShane l'ha riassunto così: "Personalmente non credo che il voto di un paese straniero debba condizionare le decisioni democratiche prese nel Parlamento Inglese."
La visione di MacShane sembra essere condivisa dal Presidente di turno dell'Unione Europea Manuel Barroso che ha detto che gli stati membri dell'Unione Europea dovrebbero continuare a ratificare il Trattato di Lisbona anche se più della metà delle 43 circoscrizioni elettorali Irlandesi l'hanno bocciato al primo colpo. E questa sarebbe democrazia.
Gli Irlandesi hanno ora molti motivi per festeggiare. Hanno inflitto un colpo mortale ai piani dei banchieri e delle elite industriali che vogliono rimpiazzare la rappresentanza di governo e la sovranità nazionale con la loro distorta visione della Valhalla capitalista; una Euro-utopia dove i profitti di breve periodo hanno sempre la precedenza sui bisogni della gente comune.
Brava, Irlanda.
Il trattato di Lisbona ed alcuni suoi estratti
Un portavoce della campagna per il NO spiega così:
"Gli Irlandesi hanno espresso la loro preferenza. Contrariamente a chi prediceva conseguenze negative sul piano sociale e politico, noi crediamo che centinaia di milioni di Europei accoglieranno positivamente la bocciatura del Trattato di Lisbona. Questo voto dimostra il divario che intercorre tra le elite finanziarie e politiche europee, e le opinioni delle popolazioni. Come in Francia ed Olanda, i leader della politica e dell'establishment hanno fatto di tutto per far vincere i si - ma hanno fallito. I tentativi di indebolire ulteriormente la democrazia, di militarizzare l'Europa e di permettere alle aziende private di impossessarsi dei servizi pubblici sono stati respinti. Il Trattato di Lisbona è morto. Ora dovrebbe venir seppellito insieme a quella stessa Costituzione Europea dalla quale è stato ricreato".
La vittoria del no è stata ricevuta con un certo malcontento in Inghilterra dove il governo neoliberale di Gorgon Brown ha già indicato di voler rigettare i risultati delle elezioni e "andare avanti" allo scopo di ratificare il trattato. Nè Brown nè i suoi soci a Bruxelles sembrano essere disposti a prendere atto di qualcosa così marginale come il volere dei cittadini. Il parlamentare Laburista ed ex Ministro dell'Unione Europea Denis MacShane l'ha riassunto così: "Personalmente non credo che il voto di un paese straniero debba condizionare le decisioni democratiche prese nel Parlamento Inglese."
La visione di MacShane sembra essere condivisa dal Presidente di turno dell'Unione Europea Manuel Barroso che ha detto che gli stati membri dell'Unione Europea dovrebbero continuare a ratificare il Trattato di Lisbona anche se più della metà delle 43 circoscrizioni elettorali Irlandesi l'hanno bocciato al primo colpo. E questa sarebbe democrazia.
Gli Irlandesi hanno ora molti motivi per festeggiare. Hanno inflitto un colpo mortale ai piani dei banchieri e delle elite industriali che vogliono rimpiazzare la rappresentanza di governo e la sovranità nazionale con la loro distorta visione della Valhalla capitalista; una Euro-utopia dove i profitti di breve periodo hanno sempre la precedenza sui bisogni della gente comune.
Brava, Irlanda.
Il trattato di Lisbona ed alcuni suoi estratti
bellissimo complimenti!
RispondiElimina