Fonte articolo
The Economist, 12.6.08
[articolo originale qui]
Nel suo primo discorso al nuovo parlamento italiano, Silvio Berlusconi ha dichiarato che sia lui che i suoi colleghi stessero "respirando a fondo questa nuova aria". Il premier non parlava della sua larga maggioranza, ma del costruttivo fidanzamento con il leader dell'opposizione, Walter Veltroni.
La legislatura uscita dalle urne ad aprile, ha un aspetto piú pulito, quasi britannico. A destra c´é il Popolo delle Libertá di Berlusconi, alleato con la Lega Nord ed un piccolo partito siciliano. A sinistra c´é il Partito Democratico di Veltroni, collegato ad un piccolo partito anticorruzione. Al posto dei liberal-democratici britannici c´é l'Unione di Centro. Veltroni ha anche un "governo ombra" in puro stile Westminster.
Comunque l'idea di Veltroni di opposizione non sembra affatto inglese. Ha glissato su una serie di opportunitá per mettere in imbarazzo il Governo, aiutando ad incrementare la popolaritá di Berlusconi, che é cresciuta dopo le elezioni. Un'occasione arrivó quando un giornalista, Marco Travaglio, ha ricordato agli spettatori televisivi che la scelta di Berlusconi per il presidente del Senato, Renato Schifani, fu una volta un socio d'affari di persone piú tardi condannate per mafia. Anziché chiedere delle spiegazioni Anna Finocchiaro, leader del PD al Senato, ha chiamato il commento di Travaglio "inaccettabile".
E poi c'é l'Alitalia. Berlusconi ha promesso di formare una cordata al 100% italiana per salvare la compagnia aerea. Piú di due mesi dopo - e 300 milioni di euro piú povero dopo un prestito statale all'Alitalia - il paese sta ancora aspettando. Ed anche questo viene raramente menzionato dal PD. Il partito é anche stato abbastanza pacato nell'attacco alle dure misure anti-immigrazione e di sicurezza del governo, che tante perplessitá hanno sollevato a Bruxelles (e in Vaticano). E nemmeno ha protestato sul piano di Berlusconi di bandire la maggioranza delle intercettazioni telefoniche.
Che sta succedendo? Veltroni dice di essere per il "dialogo". Il vantaggio per Berlusconi é chiaro: puó inabissare la sua immagine di parte e riemergere come l'uomo dei consensi, forse un candidato per la presidenza della repubblica. Ma i benefici per la sinistra sono meno evidenti. Anche prima delle elezioni, Veltroni disse di aver voluto una cooperazione con Berlusconi sulle riforme elettorali e costituzionali per rendere l'Italia piú facile da governare. Un intento nobile, eccetto per il fatto che si era giá provato precedentemente, con conseguenze disastrose.
Negli anni '90, per le insistenze di Massimo D'Alema, leader del maggiore partito di sinistra, il governo di centro-sinistra si trattenne dall'emulgare leggi che intaccassero il monopolio virtuale di Berlusconi sulle televisioni private. D'Alema sperava di conquistare cosí il supporto di Berlusconi per le riforme politiche. Ma Berlusconi poi affondó il progetto - e tornó al potere nel 2001 con il suo impero mediatico intatto.
Ciononostante la tregua ha un forte appeal per Veltroni, che si trova in una posizione vulnerabile. Una ragione per cui il governo di centro-sinistra di Romano Prodi inizió a traballare é stata la scelta del leader del PD di distanziarsene dopo essere stato eletto lo scorso autunno. La sua tattica elettorale é clamorosamente fallita: ha respinto un'alleanza con i partiti di sinistra, insistendo che il PD dovesse correre da solo. E la sua scelta del candidato a sindaco di Roma si é provata sbagliatissima. Francesco Rutelli, che era giá stato sindaco per due volte, é riuscito a ridurre i voti del centro-sinistra dal 62% al 46%.
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