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Ammettiamolo: siamo un popolo ben strano.
Dopo essere cascati per decenni, con stucchevole ripetitività, nello stesso bidone, ad un certo punto chi tira il pacco si rinnova e nasce la Seconda Repubblica. Arriva qualche componente nuovo della banda - pochi, in verità, trattandosi nella quasi totalità di riciclati (ecco che farne dell’immondizia: mandiamola in parlamento!), ma chi sbarca a palazzo ha le idee chiare – e la truffa si modernizza: tutte le tecniche della televendita, del lancio di un detersivo, dello spot pubblicitario con tanto di amputazione spadaccina alle gonadi di un toro glaciale vengono applicate e sfruttate, e nel giro di pochi mesi il contenuto del pacco, oggettivamente sempre lo stesso, trova veicolo in un nuovo incarto molto più attraente di quello passato.
Saltando a piè pari una storia troppo recente per meritare di essere ricordata qui, alle ultime elezioni i due monopolisti del prodotto si sono accordati per vendere l’idea geniale che si trattasse di un referendum tra l’uno e l’altro, che non esistesse alternativa e che un consenso dato ad altri avrebbe rappresentato l’equivalente della rovina per il Paese. Va da sé che si trattava di una bufala immane che chiunque dotato di un minimo di senso prospettico della politica o anche solo di buon senso avrebbe potuto smascherare in un fiat, ma quel chiunque non si sarebbe dimostrato un esperto di pubblicità. È così che i due hanno piazzato il loro prodotto comune facendo sparire di fatto ogni altro concorrente. Poco importa chi dei due ha raccattato più voti e siede al timone: questo o quello… E infatti la coppietta siamese va d’amore e d’accordo, togliendosi rapidamente dai piedi ogni possibile opposizione.
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