10/06/08
Silvio e Mubarak: a scuola di regime!
Fonte articolo
"Presidente, le chiedo scusa ma.. anche lei avrà delle questioni interne ogni tanto, e verrò a scuola da lei per sapere come riesce a superarle, visto i suoi quasi trent'anni di permanenza alla guida del suo paese."
Giusto. Come riesce a superarle, Mubarak, le sue crisi interne? Vediamo da chi vuole andare a scuola Berlusconi.
Mubarak è il quarto presidente egiziano. In carica dal 14 ottobre 1981, dopo una brillante carriera militare, in parte dovuta alla sua permanenza nella Scuola Sovietica di Addestramento Piloti, nella Repubblica Sovietica di Kyrgyzstan.
Capo della delegazione militare egiziana in URSS dal 1964. Capo di Stato Maggiore delle Forze Aeree Egiziane durante la guerra dell'attrito tra l'Egitto e Israele (1967 - 1972) voluta dal Presidente Nasser. Viceministro della Guerra dal 1972, arrivò fino alla posizione di vicepresidente, ma è solo con l'assassinio dell'allora Presidente Sadat che assurse alla più alta carica dello stato.
Anwar Sadat. Quello che a Cmap David firmò il trattato di pace con Israele, per il quale insieme a Begin vinse il premio Nobel per la pace nel 1978. Quello che diceva:
"There can be hope only for a society which acts as a one big family,
not as many separate ones"
(ndr: Può esserci speranza solo per una società che si comporta come un'unica grande famiglia, non come tante famiglie divise).
Quello, appunto, assassinato dai fondamentalisti durante una parata al Cairo, il 6 ottobre 1981.
Otto giorni dopo, il 14 ottobre 1981 Mubarak diviene Presidente della Repubblica Araba d'Egitto, e viene rieletto altre quattro volte: nel 1987, 1993, 1999 e nel 2005, nel corso di elezioni molto strane, criticate dagli osservatori internazionali. Quando dico strane, intendo che nessuno, a parte lui ovviamente, aveva potuto parteciparvi, a causa di speciali restrizioni costituzionali.
Il 26 febbraio 2005, a seguito di forti pressioni interne e internazionali, Mubarak chiede alla stampa, a lui asservita, e al Parlamento, a lui asservito, di modificare la Costituzione per permettere un'elezione multi partitica, garantendosi prima però la nomina, sanzionata in un referendum privo di opposizioni.
le istituzioni elettorali e l'apparato di controllo sono sotto la cappa presidenziale, così come gli strumenti di comunicazione di massa ufficiali: tre quotidiani governativi e la televisione di stato che si esprimono all'unisono.
Così, il 7 settembre 2005, data delle elezioni, gli osservatori neutrali segnalano migliaia di voti falsificati a favore di Mubarak, attribuiti a elettori non registrati, che non potevano votare!
Un candidato di un partito avverso, il dottor Nur, si azzarda a contestare i risultati elettorali e chiede la ripetizione delle elezioni. Poco dopo viene pretestuosamente arrestato.
Tutto qui? Macchè!
Circola voce che Mubarak, avviando il processo di privatizzazione, abbia favorito uno dei suo figli, Alà. Una cosa che, non so perchè, mi fa pensare alla storia degli incentivi statali sui decoder per il digitale terrestre, all'epoca del governo Berlusconi, quando si scoprì che il fratello Paolo aveva una percentuale proprio in una società che commercializzava decoder.
Per onorare la tradizione faraonica, quella della linea dinastica di origine divina, per intenderci, sembrerebbe che alla guida dell'Egitto si prepari una successione in pectore dell'altro figlio di Mubarak, Jamal.
Insomma, un regime, quello egiziano, con i fiocchi e con i controfiocchi, dove i bloggers finiscono in galera, sotto il forte peso dell'apparato militare. E ve lo dice uno che in Egitto, c'è nato!
Silvio.. Silvio, dammi retta! Se proprio vuoi tornare a scuola alla tua età, vieni qui in rete: te lo facciamo noi un bel corso di Democrazia Avanzato.
Le riprese visibili nel video sono state effettuate il 7 settembre 2005, con i cellulari, di nascosto, dai blogger egiziani durante le elezioni vinte come sempre da Hosni Mubarak. e mostrano le evidenti falsificazioni ad opera dei burocrati del potere.
Un disperato tentativo di lanciare un messaggio in bottiglia affinchè altri sapessero, e i capi di governo agissero.
In tutta risposta il popolo italiano, per bocca del suo Premier, dichiara di voler imparare da Hosni Mubarak come si prende e si mantiene il potere in una repubblica.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Visto lo spam con link verso truffe o perdite di tempo i commenti saranno moderati. Se commenti l'articolo sarà pubblicato al più presto, se invece vuoi lasciare link a siti porno o cose simili lascia perdere perdi solo tempo.