03/08/08

Tronchetti Dov'era

Se i tuoi collaboratori più fidati ti prendono per il naso, creano un'associazione a delinquere che spia mezzo mondo con migliaia di dossier illegali, un po' ti vergogni e chiedi scusa, o ti lodi e ti lasci imbrodare?
 
Marco Tronchetti Provera
Cominciò Romiti nel '93: confessò che la Fiat pagava i politici, ma lui, l'ad, non ne aveva mai saputo niente. Fu condannato lo stesso. Poi arrivò Berlusconi: era all'oscuro di fondi neri, false fatture, mazzette ai finanzieri, ai politici e persino ai giudici. I suoi manager non gli dicevano mai nulla, anzi carpivano la sua fiducia. Poi confessavano e/o venivano condannati. Ma lui, anziché licenziarli, li ha portati tutti in Parlamento (Sciascia, Berruti, Previti, Dell'Utri).

Ora è la volta di Marco Tronchetti Dov'era. Si dice "molto contento e soddisfatto della conclusione dei giudici di Milano" che, per i dossier illegali di Tavaroli & C., vogliono processare 30 fra dirigenti, dipendenti e consulenti della sua Telecom e della sua Pirelli, nonché le due società, ma non la sua persona fisica. E lamenta "sconcertato" la "campagna" di stampa ai suoi danni. Subito si complimenta con lui la garrula Emma Marcegaglia: "Apprendo con piacere della totale estraneità all'indagine di Tronchetti, vittima di pregiudizi senza un pur minimo beneficio del dubbio. Gli rinnovo l'apprezzamento e la stima come persona e come imprenditore".

I festeggiamenti proseguono su vari giornali, che attaccano chi - come 'L'espresso' - svelò prim'ancora dei pm lo scandalo Security Telecom e costrinsero il pover'uomo a cedere la compagnia. Nicola Porro sul 'Giornale' parla di "storia allucinante", ma per colpa di "carte di Procura, media solerti, politici ostili" e "venticelli accusatori inconsistenti" (sic). Franco Debenedetti, sul 'Sole-24 ore', lacrima perché "a leggere i giornali sembrava che nell'azienda si fosse installata una Spectre". Ma va?

Sergio Romano, sul 'Corriere', esulta col suo editore: "Il 'teorema', direbbe Berlusconi, è stato smontato", nonostante le "responsabilità dei mezzi d'informazione" che alimentano "sospetti e supposizioni". Pigi Battista e Panebianco si uniscono al cin-cin. Per carità, Tronchetti e i suoi corifei fan benissimo a brindare allo scampato pericolo. Ma questa ricorda tanto le assoluzioni per incapacità di intendere e volere. Se i vertici dei primi tre gruppi privati italiani non s'accorgono di quel che accade intorno e sotto di sé, il nostro capitalismo ha poco da stare allegro.

Oltre alla responsabilità penale c'è la 'culpa in vigilando'. Se i tuoi collaboratori più fidati ti prendono per il naso, ti spillano 50-60 milioni di euro l'anno per creare un'associazione a delinquere che spia mezzo mondo con migliaia di dossier illegali "nell'interesse della società", un po' ti vergogni e chiedi scusa, o ti lodi e ti lasci imbrodare? Delle due l'una: o questi top manager proclamano che lo scopo dell'impresa è realizzare la perfetta anarchia, e allora possono continuare a cascare dal pero e a vantarsene in giro; o farebbero meglio a confessare almeno qualcosina, anche se non si son mai accorti di nulla. Così, tanto per evitare la figura dei pirla.
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