Marco Cedolin
Un paio di giorni fa il Commissario di Governo Paolo Costa annunciava formalmente la cessione dell’area dell’aeroporto Tommaso Dal Molin agli americani, senza curarsi minimamente del fatto che alla fine della settimana i cittadini vicentini sarebbero stati chiamati alle urne proprio per decidere la sorte di quell’area e che per il giorno 8 di ottobre era atteso il pronunciamento del TAR del Veneto che lo scorso giugno già aveva congelato il progetto a causa di irregolarità procedurali ed errate valutazioni ambientali.
Se l’annuncio di Paolo Costa, che aveva fatto seguito alla consegna dei terreni alle cooperative rosse CMC e CCC vincitrici dell’appalto di 300 milioni di euro per la costruzione della nuova base americana http://ilcorrosivo.blogspot.com/2008/08/il-dal-molin-nelle-mani-della-cmc.html
era parso come una chiara provocazione, finalizzata a calare la base di guerra sulla testa dei cittadini dimostrando come il loro pronunciamento e quello del TAR fossero del tutto ininfluenti ad incidere all’interno di decisioni già prese in altra sede e pertanto insindacabili, alla provocazione si è voluto in tutta evidenza aggiungere anche la beffa.
Ieri il consiglio di Stato ha infatti bocciato (tre giorni prima dello svolgimento) il referendum indetto per domenica prossima a Vicenza dall'amministrazione comunale per consultare i cittadini sull'uso dell'area dove è prevista la costruzione della nuova base Usa, dichiarando che si sarebbe trattato di una decisione inutile dal momento che riguardava un obiettivo comunque irrealizzabile, contraddicendo in questo modo il pronunciamento del Tar che due settimane fa aveva considerato legittima la consultazione.
I cittadini di Vicenza sono pertanto costretti ad abbandonare definitivamente qualunque illusione di vivere all’interno di un Paese democratico potesse ancora allignare nel loro animo e devono prendere coscienza del fatto che una parte della loro città potrà sopravvivere solamente sotto forma di colonia USA, mentre i loro diritti risultano differenti da quelli sanciti dalla Costituzione per tutti gli altri cittadini italiani.
Nessun spazio per qualunque battaglia giuridica ancorché sacrosanta, nessun spazio per qualunque battaglia politica come quella di un referendum democratico, ai vicentini che si battono contro la base americana Dal Molin a questo punto non resta davvero altra strada che quella dell’opposizione pacifica con le mani alzate di fronte alle ruspe che presto arriveranno per aprire il cantiere.
A Vicenza hanno già compreso questa triste realtà le 12.000 persone che ieri sera sono scese in piazza per urlare la propria rabbia nei confronti dell’ultima beffa che nega loro anche il diritto a pronunciarsi in una consultazione referendaria, referendum, che i Comitati NO Dal Molin ribadiscono di volere comunque svolgere domenica, dal momento che nessuno può arrogarsi il diritto di declassarli al ruolo di sudditi dell’ennesima colonia americana.
Un paio di giorni fa il Commissario di Governo Paolo Costa annunciava formalmente la cessione dell’area dell’aeroporto Tommaso Dal Molin agli americani, senza curarsi minimamente del fatto che alla fine della settimana i cittadini vicentini sarebbero stati chiamati alle urne proprio per decidere la sorte di quell’area e che per il giorno 8 di ottobre era atteso il pronunciamento del TAR del Veneto che lo scorso giugno già aveva congelato il progetto a causa di irregolarità procedurali ed errate valutazioni ambientali.
Se l’annuncio di Paolo Costa, che aveva fatto seguito alla consegna dei terreni alle cooperative rosse CMC e CCC vincitrici dell’appalto di 300 milioni di euro per la costruzione della nuova base americana http://ilcorrosivo.blogspot.com/2008/08/il-dal-molin-nelle-mani-della-cmc.html
era parso come una chiara provocazione, finalizzata a calare la base di guerra sulla testa dei cittadini dimostrando come il loro pronunciamento e quello del TAR fossero del tutto ininfluenti ad incidere all’interno di decisioni già prese in altra sede e pertanto insindacabili, alla provocazione si è voluto in tutta evidenza aggiungere anche la beffa.
Ieri il consiglio di Stato ha infatti bocciato (tre giorni prima dello svolgimento) il referendum indetto per domenica prossima a Vicenza dall'amministrazione comunale per consultare i cittadini sull'uso dell'area dove è prevista la costruzione della nuova base Usa, dichiarando che si sarebbe trattato di una decisione inutile dal momento che riguardava un obiettivo comunque irrealizzabile, contraddicendo in questo modo il pronunciamento del Tar che due settimane fa aveva considerato legittima la consultazione.
I cittadini di Vicenza sono pertanto costretti ad abbandonare definitivamente qualunque illusione di vivere all’interno di un Paese democratico potesse ancora allignare nel loro animo e devono prendere coscienza del fatto che una parte della loro città potrà sopravvivere solamente sotto forma di colonia USA, mentre i loro diritti risultano differenti da quelli sanciti dalla Costituzione per tutti gli altri cittadini italiani.
Nessun spazio per qualunque battaglia giuridica ancorché sacrosanta, nessun spazio per qualunque battaglia politica come quella di un referendum democratico, ai vicentini che si battono contro la base americana Dal Molin a questo punto non resta davvero altra strada che quella dell’opposizione pacifica con le mani alzate di fronte alle ruspe che presto arriveranno per aprire il cantiere.
A Vicenza hanno già compreso questa triste realtà le 12.000 persone che ieri sera sono scese in piazza per urlare la propria rabbia nei confronti dell’ultima beffa che nega loro anche il diritto a pronunciarsi in una consultazione referendaria, referendum, che i Comitati NO Dal Molin ribadiscono di volere comunque svolgere domenica, dal momento che nessuno può arrogarsi il diritto di declassarli al ruolo di sudditi dell’ennesima colonia americana.
Fonte articolo
Nessun commento:
Posta un commento
Visto lo spam con link verso truffe o perdite di tempo i commenti saranno moderati. Se commenti l'articolo sarà pubblicato al più presto, se invece vuoi lasciare link a siti porno o cose simili lascia perdere perdi solo tempo.