Le esigenze di Cerroni
Un inceneritore ha bisogno di due discariche:
- una a monte, per raccogliere i rifiuti che non possono diventare CDR (Combustibile Da Rifiuti);
- una a valle, per i rifiuti speciali prodotti dall’inceneritore.
Per ridurre le spese di trasporto, la prima discarica deve stare vicino all’inceneritore e la seconda nelle vicinanze.
Non è un caso che Cerroni sceglie di localizzare gli inceneritori a fianco delle storiche discariche di Malagrotta e di Albano.
Considerando che solo il 30% dei rifiuti diventa CDR e che il 30% del CDR bruciato in un inceneritore diventa cenere, la seconda discarica per rifiuti speciali dovrebbe essere molto più piccola di quella di Malagrotta.
Visto che il signor Cerroni freme per partire con l’inceneritore di Malagrotta per incassare i 150 milioni di euro dallo Stato Italiano, serve con urgenza la seconda discarica, quella per i rifiuti speciali.
Marrazzo e Di Carlo al servizio di Cerroni
Subito il fido Marrazzo va dalla stampa e sentenzia: “A Roma (ndr: a Cerroni) serve una nuova discarica”.
Poi, se ne lava le mani: “E’ il Sindaco Alemanno che ci deve dire dove farla”.
Sugli aspetti tecnici interviene l’Assessore regionale Di Carlo (PD) che dichiara: “Giudico positivamente la proposta (ndr: di Cerroni) di aprire una nuova discarica nella zona chiamata Monti dell’Ortaggio, area che dista circa 3 chilometri dall’attuale discarica di Malagrotta. A conti fatti (ndr: da Cerroni) penso che la nuova discarica dovrebbe essere 20 volte più piccola della vecchia e dovrebbe accogliere circa 3 milioni e mezzo di metri cubi di scarti (ndr: ceneri).”
Marrazzo ha inoltre sentenziato: “Malagrotta si sta per esaurire e comunque, sia bruciando i rifiuti e sia con la raccolta differenziata, c’è sempre una parte dell’immondizia che diventa scarti e dobbiamo trovare i siti dove sistemarla: chi dice il contrario dice il falso”.
A dire la verità, il Piano dei rifiuti presentato a giugno 2008 da Marrazzo al Consiglio Regionale dice il falso. La discarica di Malagrotta è nel piano, ma nessun cenno viene fatto all’esigenza di una nuova discarica per rifiuti speciali da collocare vicino all’inceneritore. Ne consegue che Marrazzo dice il falso.
De Lillo, di giorno a Roma dice di NO ma di sera ad Albano dice di SI
In merito alla nuova discarica, l’Assessore all’Ambiente del Comune di Roma dichiara alla stampa “Questa scelta mi sembra una presa in giro. E' un sito che potrebbe andare bene. Temo si potrebbe riaprire una piaga dove ce n'è un'altra aperta da 30 anni”. Valuteremo altre ipotesi, ci confronteremo con la Regione, ecc.
De Lillo conosce bene la verità; il futuro della discarica di Malagrotta è stato già anticipato nel mese di agosto dal Capo Dipartimento del Comune di Roma: la discarica verrà innalzata di 10 metri e sarà in funzione per altri 15 anni.
Quindi, ne consegue che De Lillo e Alemanno si trovano in una situazione di grande imbarazzo.
Però, mentre di giorno a Roma l’Assessore De Lillo mette in scena i suoi dubbi amletici, di sera il Senatore De Lillo organizza convegni ad Albano per convincere gli abitanti di Albano che l’inceneritore rappresenta un’opportunità .
Che opportunità ci potrà mai essere nel trasformare la Strada dei Vini dei Castelli Romani nella nuova Malagrotta?!?.
Chi conosce bene il territorio sa che Albano sopporta la piaga della discarica di Roncigliano da 30 anni. I cittadini sopportano giorno e notte una puzza nauseante e le acque della falda sono state inquinate dalla discarica.
Il Sindaco di Albano Mattei, famoso perché di giorno dice di No mentre di notte dice di SI, non trova nulla da obbiettare.
Anzi, per il ridicolo convegno consegna la sala del Consiglio Comunale di Albano, in segno di resa a Cerroni e ai suoi Boys.
Intanto, Marrazzo vuole ampliare la discarica di Albano per esaurimento delle volumetrie.
Che nessuno tocchi i rifiuti di Cerroni
Marrazzo fa di tutto per assecondare le esigenze di Cerroni: cestina e falsifica le Valutazioni di Impatto Ambientale, firma atti illegali per gli inceneritori di Cerroni e poi li chiude in cassaforte, ecc.
Mentre le pratiche del Cerroni viaggiano su una "corsia raccomandata", le autorizzazioni per gli altri operatori vengono insabbiate.
E’ il caso, ad esempio, del nuovo impianto di Colleferro, tipo Vedelago, già pronto da molti mesi, ma bloccato in attesa delle autorizzazioni regionali e provinciali.
Tale impianto è in grado di trattare circa 50.000 tonnellate di rifiuti l’anno, non brucia nulla e non ha bisogno di discariche.
Per questo è un gravissimo pericolo che turba i sonni dei Cerroni Boys.
E quanti impianti tipo Vedelago stanno per arrivare nel Lazio? Tre, quattro, cinque?
L’ordine che è stato impartito è: insabbiare, insabbiare, insabbiare!!! ...in tutti i modi!!!
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