09/12/08

Gli immacolati fetenti

L’Immacolata è il primo antipasto delle feste natalizie. L’italiano medio a casa per un giorno vacanza è squattrinato, non sa se pagherà la prossima rata del mutuo, non può certo distrarsi sulle nevi delle Dolomiti. Ha la moglie precaria non soltanto di affetto, perciò è un po’ incazzato e pure pensieroso. E’ indeciso sul da farsi dopo che al lavoro gli hanno anticipato che le vacanze natalizie, quest’anno, dovrà prolungarle per prosciugare tutti i giorni di ferie residue e le ore di permesso a rimorchio, in vista della cassa integrazione.
L’Immacolata è un giorno a rischio per i politici amici della camorra di Stato. L’italiano incazzato sulla poltrona che gira le dita ha più tempo per pensare e di guardarsi attorno per rendersi conto cosa accade. E’ il momento di alzare la soglia dell’imbroglio. I telegiornali hanno aperto tutti in bianco con la neve delle vacanze e col traffico sulle strade. Paolo Pardini ha firmato il primo servizio del Tg3 Lombardia, inquadrato a sciare sui pendii dell’Aprica, seguito dalla telecamera montata su quad per uno spot sulle promozioni gratuite in vista del prossimo week end.
Sui tg nazionali è stata la giornata della “Prima della Scala” seguita da un po’ di Grecia a ferro e fuoco, come a voler dipingere lo spettro di una tragedia lontana, maialate irlandesi e tanto gossip. Niente di niente sul caso Luigi De Magistris.
I giornali sono stati ancora più subdoli. Sulla scia del magistrato vittima del golpe, fingendo c’entri qualcosa, hanno aperto con l’emergenza giustizia per “rendere i processi più veloci e garantire sicurezza ai cittadini” come ha rantolato il comatoso Umberto Bossi ai funerali di Vito Gnutti, a Lumezzane (BS), 24 mila abitanti, 8 mila partite iva e un’ineguagliabile tradizione di armerie, le stesse da cui escono i fucili padani. Il federalismo che sta approvando Bossi con i suoi accoliti verdi ramarro è quello del partito di Berlusconi, Cicchitto e Bondi. Tutti proni a 90 gradi per votare decreti e decretini anti intercettazioni e separazione delle carriere fra giudici e pm, in una volgare orgia sulla quale tace persino il vaticano.
Qui non esiste questione morale. Lo ha detto persino il giustiziere ad personam Niccolò Ghedini a Giovanna Casadio di Repubblica: “Una magistratura fuori controllo è un problema per la democrazia“. Voleva dire “un problema per noi emuli di Vittorio Mangano” questo ministro ombra del riformatorio della giustizia nella democrazia riformata in mafiocrazia. Gli ha fatto eco il poeta stalinista Sandro Bondi secondo cui “è necessario sottolineare come la classe politica debba avere un’etica pubblica separata dalla responsabilità penale“. (!!) Tutt’attorno nessuna reazione.
Anche il Corriere, dietro alla roboante apertura del pressing sulla giustizia del Popolo delle laidità, fino a pagina 5 si è speso sulla Prima della scala. Soltanto più avanti ha riesumato le porcherie su De Magistris. Ma a modo suo, con la stupefacente complicità di “grandi” firme della giudiziaria, che invece di una succinta spiegazione dei fatti hanno sprecato inchiostro per il Partito Derelitto di Anna Finocchiaro, che condivide di “frenare gli abusi dei magistrati“. Hanno sparlato del consulente di De Magistris, Gioacchino Genchi, “colpevole” di essersi creato una banca dati delle utenze telefoniche, fra cui quella “secretata” di Clemente Mastella senza entrare nei dettagli sull’utilizzo che il panciuto ceppalonico faceva di quell’utenza con Antonio Saladino, impegnato a far assumere la nipote del vescovo di Lamezia Terme. Sempre in tema di derelitti Luciano Violante si è prostituito a sostenere il “troppo potere dei magistrati” mentre Giorgio Tonini si è augurato che “la riforma della giustizia sia separata dalla questione morale“. Che dubbio! Ha chiuso la triste pagina disinformativa Pierluigi Ferrarella, perso in un commento insensato sui magistrati senza sentenze.
A completare il pasticciato quadro del week end immacolato dalla verità, 4 righe soltanto per lo sciopero dei magistrati della Corte dei conti, previsto il 16 dicembre prossimo. Protestano contro un emendamento del ministro Renato Brunetta che consentirà ai comuni di ricorrere contro i provvedimenti che la Corte dei conti emette quando accerta sforamenti dei tetti di spesa.
4 o 5 mila ricorsi nell’arco di un anno paralizzerebbero l’attività della magistratura contabile. Il presidente dell’associazione di categoria, Carlo Manfredi Selvaggi, ha detto che Brunetta “sta asservendo alla politica il controllo dell’attività della Corte dei conti“. La riforma del suo consiglio di presidenza (l’equivalente del Csm) che si occupa di incarichi e trasferimenti dei magistrati, attualmente composto da 17 membri, di cui 10 eletti dai magistrati, ridurrà a 4 i componenti eletti da quest’ultima. La minoranza.
Intanto nell’Abruzzo delle imminenti elezioni regionali Silvio Berlusconi è andato a bestemmiare moralità al posto del candidato Gianni Chiodi, che in campagna elettorale non ha avuto niente di meglio da offrire che impieghi pubblici in cambio del voto.
Berlusconi fa credere di avere amici bipartisan. Quelli asociali come Gianni Chiodi che non parlano e quelli chiacchieroni come l’ex socialista delle tangenti Claudio Martelli, annoverato fra i conduttori su Mafiaset. Fra il martello e il chiodo ci sta “l’incùline“. Sono i tifosi del Pescara pronti a votare Pdl se Berlusconi comprerà il Pescara calcio.
Non c’è mai fine al peggio dell’orgia fra politica, malavita e organi di informazione. Immacolati dalla giusitizia e dal pudore ma fetidi di disonore. Che tentano di scacciare con l’ennesimo calcio alla democrazia.

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