04/12/08

IVA Sky, Europa7


Nella foto, berlusconi circondato dagli oppositori...

Siamo un paese davvero particolare; le nostre anomalie spuntano fuori in ogni momento.
Riesce ad avere una maggiore copertura a livello d'informazione l'aumento dell'IVA per le tv satellitari che l'aumento dei fondi per le scuole private, l'invio dei soldati per la missione militare in Georgia, i tagli alla sanità e altro ancora.
Ilaria D'Amico e Rupert Murdoch fanno in un giorno più opposizione di quanta ne abbia fatta il PD (lo so, è il solito ritornello). Senza ragioni alle spalle, ma l'hanno fatta.
Berlusconi diventa l'acerrimo nemico delle pay-tv e fedele sostenitore delle raccomandazioni europee e il PD e l'Italia dei Valori diventano i numi tutelari di Murdoch e della "tv dei ricchi".

C'è qualcosa che non quadra in tutto questo. E difatti, non quadra assolutamente nulla.

Era il dicembre del 1991 quando la Camera dei Deputati approvò la legge sulla "regolamentazione del sistema radiotelevisivo", in cui si consolidava lo status-quo illegale delle tv private (tra cui le 3 pay-tv Tele+ 1, 2 e 3 che trasmettevano anche in chiaro pur non avendone la licenza) e si poneva l'IVA agevolata per le tv satellitari al 4%.
Nel 1992, dopo il primo regalo ricevuto dalla legge Mammì e poi quello successivo grazie all'allora ministro delle Poste Maurizio Pagani (che poi passerà nel 1994 a Forza Italia, guarda il caso!), Berlusconi dichiarerà finalmente "Ora siamo liberi". Liberi di non sottostare più ai favori governativi di Craxi e Amato.

Nel 1995, alla fine del primo governo Berlusconi, sale al potere il "tecnico" di Forza Italia Lamberto Dini, appoggiato dal neonato Ulivo ma senza Rifondazione Comunista.
Anziché provvedere ad un riordino legale del sistema televisivo, si concentrano tutte le attenzioni sull'aumento dell'IVA per le pay-tv, allora ancora al 4%.
Il centrosinistra fa approvare in commissione Finanze alla Camera, il 29 giugno 1995, un'IVA al 19%. C'è un accordo con Rifondazione per approvare un aumento dell'IVA al 10%, ma alla fine il gruppo dei Progressisti/Ulivo opta a sorpresa per il 19%.
"Sciaguratamente" allora le tv satellitari erano diverse, non c'era una reale situazione di monopolio, e così partiti come Rifondazione cominciano a vedere nella pay-tv un possibile terzo polo tv. E così alla Camera, il 24 ottobre 1995, il partito di Bertinotti voterà assieme al centrodestra l'emendamento che porterà l'IVA al 10%, come da accordo iniziale con l'Ulivo.

E' questa la situazione: il centrosinistra punta repentinamente a portare l'IVA al 19% per colpire le tv di Berlusconi e quest'ultimo decide di salvarsi il deretano abbassandola al 10%, sfruttando l'allora visione idealistica (ed ingenua) di Rifondazione Comunista.

Fabio Mussi, attuale membro della Sinistra Democratica e quindi membro della Sinistra Arcobaleno con Bertinotti, dichiarava: "Questa è l' ultima goccia. Ora le possibilità di accordo elettorale con Bertinotti scendono a zero".
Su Repubblica spuntavano gli articoli di linciaggio verso il leader di Rifondazione: aveva fatto un regalo a Berlusconi portando l'IVA soltanto al 10%. Era tutta lì la questione: la percentuale dell'IVA. Della legge sul conflitto di interessi nemmeno l'ombra.
Il commento più curioso visto con il senno di poi? Quello di Romano Prodi: "Rifondazione Comunista ormai sta con il Polo e quindi non possiamo più dialogare. E' rottura completa".
Nell'Ulivo c'era chi ipotizzava persino un accordo elettorale e politico tra Polo e Rifondazione per il 1996.

Cos'è cambiato in questi giorni? Tutto.
Berlusconi da sostenitore dell'IVA al 10% (e possessore del 10% di Tele+) ora diventa il corazziere di guardia alle normative europee e sostenitore dell'aumento al 20% (come proprietario di Mediaset su digitale terrestre).
I membri del PD, allora tanti piccoli diavolucci coi forconi pronti a colpire il nemico "satellite", sostenitori dell'aumento dell'IVA, ora per bocca del loro non-leader Walter Veltroni parlano di "attacco ai tifosi di calcio e agli utenti Sky".
Di Pietro invece sorvola sulla questione in sé (cosa che è molto bravo a fare e che una volta tanto fa anche bene a fare vista la poca importanza intrinseca) e punta tutto sul problema del conflitto d'interessi (ça va sans dire).

Tutto è cambiato. Berlusconi lascia la pay-tv, la acquista Murdoch dando vita ad un monopolio televisivo che Berlusconi nemmeno aveva sfiorato, e le opposizioni diventano le guardie armate di Mr. Emittenza di sua maestà. C'è da anni una pericolosissima concentrazione di informazione televisiva nelle mani di un solo colosso televisivo a pagamento e lo scandalo si concentra solo ed esclusivamente sull'aumento dell'IVA del 10%.

Quando le questioni di principio valgono molto meno della mera sfida all'avversario politico. E quando le questioni di reale interesse per il paese valgono molto meno di un aumento IVA. L'Italia è il campo di battaglia delle truppe PD e PDL. Nulla di più. Una questione di predominio fine a sé stessa. Sulla pelle degli italiani.

Fonte articolo

Non entro nel merito se era giusto o no alzare l'IVA a Sky, ma rimango piuttosto allibito nel vedere che il "governo" usi la questione dell'intimidazione dell'Europa, che doveva cambiare per forza l'aliquota IVA, pena una procedura d'infrazione.

Mi chiedo:
perché i governi dal 1999 ad oggi non si sono preoccupati di risolvere la questione Europa 7? Ci sono un sacco di sentenze sia europee che italiane che obbligano Rete 4 (dal '99 abusiva) a far posto ad Europa 7 vincitrice della gara di appalto.
Guarda i video della storia di Europa 7:
Guarda come si è evoluta la questione Europa 7 fino ad oggi:

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