17/12/08

Tangentopoli è ancora tra noi.

Alcuni esponenti del "nuovo corso" della politica: Lusetti (PD), Del Turco (PD), Bocchino (PDL), D'Alfonso (PD)

E' oramai più che evidente che l'anno che sta per chiudersi alle nostre spalle non è affatto il 2008. E' una convenzione temporale accettata secoli fa quella che ha fatto sì che si pensasse l'anno corrente come il 2008. Ma come raccontava surrealmente lo straordinario Corrado Guzzanti nel 1998, questo paese non sarebbe stato pronto per passare al 2000, e quindi si sarebbe preferito andare avanti con una numerazione annua del tipo millenovecentonovantanove, millenovecentonovantadieci, millenovecentonovantaundici, e così via.
E' quello che si sarebbe dovuto fare.
Una motivazione su tutte? Pensavamo che l'era di tangentopoli avesse definitivamente messo la parola fine alla "prima repubblica" e aperto a quella che tutti chiamano "la seconda" repubblica. E solo oggi ci stiamo accorgendo che ci eravamo sbagliati. E che tangentopoli non è affatto finita. Si era solo presa una pausa. Siamo ancora nel 1992.

Sono cambiati i partiti. Non ci sono più la Democrazia Cristiana di Andreotti e Forlani e il Partito Socialista di Bettino Craxi. Ora abbiamo a che fare molto più semplicemente con due grandi "Democrazie Cristiane": una profondamente di destra, il PDL, e una che tende sempre più alla versione originaria: il Partito Democratico.
E in qualità di "eredi", questi due "grandi" soggetti politici stanno svolgendo un lavoro per il quale i grandi "martiri" della prima repubblica come Raul Gardini, Bettino Craxi, Claudio Martelli, Sergio Cusani, Silvano Larini, Saverino Citaristi, Arnaldo Forlani, Francesco De Lorenzo e Paolo Cirino Pomicino saranno (o sarebbero) davvero orgogliosi.

Non credo si faccia una eccessiva esagerazione nel descrivere quello che sta accadendo in giro per l'Italia come una ecatombe politica.
La prima tangentopoli, d'altronde, era nata dal semplice arresto di Mariotto Chiesa. Sembrava una cosa da nulla, un caso isolato.

Prepariamoci, perché la seconda tangentopoli potrebbe arrivare a momenti, se non è già arrivata.

I nuovi eroi e futuri martiri civili di questo paese, categoria nella quale rientra il grande statista Craxi, il vero super-uomo capace di piegare lo Stato alle sue volontà personali, fino a morire in "esilio" nella sua lussuosissima villa di Hammamet contando spicciolo dopo spicciolo il bottino arraffato, possono essere tanti ancora, molti dei quali ancora senza un nome e senza notorietà.

Un giorno leggeremo che tutto è nato dallo scandalo delle scalate bancarie illegali (BNL e Antonveneta), scalate che coinvolgono direttamente o meno personaggi di spicco come Massimo D'Alema (PD), Vito Bonsignore (PDL), Silvio Berlusconi (PDL), Aldo Brancher (PDL), Luigi Grillo (PDL) e altri ancora.
O magari leggeremo dell'arresto del Presidente della regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco (PD), come leggiamo oggi quello di Mario Chiesa. O forse ci incuriosiremo nel proseguire l'elenco con nomi come gli assessori del comune di Firenze Gianni Biagi (PD) e il persecutore dei lavavetri Graziano Cioni (PD).
Ci stupiremo di fronte ai 4 avvisi di garanzia collezionati in poco più di un anno dal sindaco di Pescara e segretario del PD abruzzese (l'Abruzzo ha una grande storia di amministratori "puliti" in questo senso), Luciano D'Alfonso.
Ci indigneremo con la memoria rivolta al passato pensando ad amministratori come Antonio Bassolino (PD) o a deputati della Repubblica quali Salvatore Margiotta (PD), Renzo Lusetti (PD) o Italo Bocchino (PDL).
Ci arrabbieremo stupiti nel vedere come imprenditori come Carlo Toto, veri e propri boss dell'imprenditoria nostrana, riuscivano a tessere legami più o meno limpidi con ambo le parti politiche.
Scuoteremo la testa increduli nel leggere quali furono la reazione politica al crollo dei consensi da parte di uno dei due partiti travolti dalle inchieste (il PD) e i commenti alla contemporanea crescita dei due "alleati" (l'Italia dei Valori e la Sinistra).

O forse non accadrà nulla di tutto questo. Tutto potrebbe finire come un'enorme bolla di sapone.
Ma in caso contrario, preparatevi. Siate pronti. Ma non solo all'indignazione e alla protesta pubblica contro chi ha distrutto il paese in modo scellerato. Non solo all'esaltazione pubblica di magistrati come Trifuoggi, De Magistris o Woodcock. Siate pronti a non ripetere gli stessi sbagli di una volta.
Evitate che un partito di tizi in canottiera e con il tricolore dentro le mutande finisca per essere concepito come un vero interlocutore del popolo italiano (o di una parte di esso); evitate che il lavoro e la ricerca della verità si fermi a metà come spesso accade; evitate che un uomo molto potente e dalla storia personale poco chiara finisca per diventare il baluardo della legalità e della difesa dell'operato dei magistrati, salvo poi cambiare idea nel momento in cui qualche magistrato si ricorderà di lui.

Fonte articolo

Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.
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