La Spagna delle energie rinnovabili ha superato se stessa. Giovedì, giorno in cui il Paese era battuto da forti venti, la produzione di energia eolica ha raggiunto un picco di 10.923 megawatt.
Il record precedente, dell'aprile scorso, era di 10.880 megawatt. Il picco aveva coperto il 40% delle necessità del Paese.
In una tempestosa alba dello scorso autunno, poi, la Spagna eolica aveva fatto un'altra cosa degna di nota.
In novembre la Spagna raggiunse i 9.253 megawatt di energia elettrica ricavata dal vento: una quantità significativa non tanto come valore assoluto ma perchè venne prodotta in un momento in cui i consumi erano bassi e bastò quindi a soddisfare il 43% dei bisogni del Paese.
Comunque, fra giorni di vento e giorni di calma piatta, nel 2008 l'energia eolica ha fornito quasi l'11% del fabbisogno dela Spagna.
In questo quadro si inserisce il picco record di 10.923 megawatt registrato lunedì.
Le centrali eoliche spagnole sono teoricamente in grado di arrivare a produrre 16.000 megawatt, e il Governo prevede che verranno installati 20.000 megawatt entro il 2010.
La Spagna possiede anche centrali nucleari ormai vecchiotte. Il Governo ha detto che non ne verranno costruite di nuove. Hanno la capacità di produrre 7.800 megawatt e la loro produzione effettiva è costantemente sui 7.300.
Eolico batte nucleare. Nient'altro da dire.
Su Reuters Spagna, nuovo record di energia eolica
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La crisi economica in Italia la avvertono solo gli onesti.
RispondiEliminaSaranno pure tempi duri, ci sarà pure la crisi economica, ma è pur vero che bar, ristoranti e pizzerie sono sempre strapieni, che in città ad ogni ora del giorno le strade sono ostaggio di un traffico disumano che intasa vie e caselli autostradali con auto sempre più spesso di grossa cilindrata, com'è altrettanto vero che i centri commerciali sono un formicaio di gente. Senza trascurare poi il fatto, un po’ anomalo in tempi di "sventagliate" ristrettezze, che tanti stanno ore e ore attaccati al telefonino, hanno la pay tv ed il digitale terrestre, vanno ogni settimana dal parrucchiere, ogni inverno in settimana bianca ed ogni estate ai tropici, tant'è che se non ci si organizza in tempo per le vacanza si rischia immancabilmente il tutto esaurito! Eppure a guardare i dati ufficiali, tra licenziamenti, cassa integrazione, stipendi fermi da quindici anni e carovita, non c’è dubbio che molti se la passino male. Allora come si spiega tutto questo spendere e spandere? Una ricerca "Eurispes", uscendo fuori dal coro, svela un dato allarmante: il lavoro sommerso, il cosiddetto “nero”, in Itlia vale oltre 550miliardi di euro, una cifra pari al 35% del pil! Tra secondi lavori e lavoretti nel week end e compravendite-esentasse nei salotti domestici, tra ricevute mai emesse e affitti mai denunciati, per non parlare del grosso, quanto ormai diffuso giro di droga e prostituzione, all’erario sfuggono ingenti quantità di denaro! Da qui il divario tra le stime ufficiali di una crisi da tutti dichiarata, ma da pochi realmente vissuta, almeno stando a quello che si percepisce guardandosi un pò intorno! Così si spiega come tanti continuino a mantenere un tenore di vita medio-alto in netta antitesi con i "dati ufficiali della crisi" e tanti altri ancora continuino ad arricchirsi senza pagare le tasse, ricorrendo ad espedienti di ogni genere, anche illegali, e con furberie di ogni tipo: con quei soldi il paese tira avanti. O meglio, quei soldi mandano avanti i "furbi", perché chi campa di solo stipendio, chi non pratica trucchi, chi è onesto, la crisi la sente davvero!