07/05/09

Terremoto Abruzzo e le bugie dell'informazione

Un mese. 30 giorni esatti.
Questo è il tempo trascorso dal terribile terremoto che ha dilaniato l'Abruzzo e, in particolare, la città dell'Aquila.
Per chi come me e come voi è comodamente seduto davanti ad un pc, racchiuso da 4 mura intatte, questi giorni sono volati via. Per chi ancora oggi cerca di sopravvivere all'interno di una tendopoli o lontano dalla propria città sono passati secoli.

Un mese sembra un tempo relativamente breve per un governo per poter partorire il maggior numero di menzogne possibili. Eppure l'esecutivo attuale è riuscito ad ottenere ancora una volta un primato ineguagliabile.
In un turbinio di arrivi eroici in elicottero nelle tendopoli, di passerelle ministeriali, di numeri buttati alla rinfusa e promesse stratosferiche, l'informazione nazionale (perlomeno quella televisiva) si è acutamente dimenticata di riferire la realtà delle cose.
Ha dimenticato di raccontare le 13 realtà dei fatti che smentiscono le relative bugie del governo.

Da umile blogger quale sono, provo a fare del mio meglio per raccontare questa insopportabile verità.

1. 8 miliardi i fondi annunciati per l'Abruzzo dal Consiglio dei Ministri il 23 aprile scorso: 1,5 per l'emergenza e 6,5 per la ricostruzione.
Nel decreto varato dal Consiglio dei Ministri 5 giorni dopo la copertura veniva ridotta a 5,8 miliardi anziché 8, di cui solo 3,1 dedicati alla ricostruzione delle abitazioni private e per di più spalmati in 24 anni (in parole povere c'è chi potrà usufruire dei fondi statali per la ricostruzione non prima del 2032).
Alle critiche rivolte al Governo per la evidente riduzione dei fondi messi a disposizione rispetto a quanto promesso, la maggioranza ha provvidenzialmente risposto, modificando il documento e prevedendo 2,9 miliardi aggiuntivi. Una buona notizia, se non fosse che questa quota addizionale verrà destinata alle popolazioni colpite non prima del 2033.

2. "Abbiamo fatto una sfida che qualcuno ha definito 'mission impossible': alloggiare in case vere e arredate le 12-13mila persone che hanno avuto le case distrutte entro sei mesi".
Questo è quanto dichiara il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Le case inagibili (ovvero quelle non abitabili nemmeno provvedendo ad eventuali lavori di "messa in sicurezza") sono il 27,6% e i proprietari di queste case sarebbero, secondo quanto dichiarato dal premier, i beneficiari delle nuove costruzioni.
Il 27,6% delle case corrisponde orientativamente ad una popolazione di 18 mila persone, 5 mila in più della quota massima prevista dal governo. Tutto questo senza contare le diverse migliaia di persone che non hanno avuto la casa totalmente distrutta, ma che possono tornare ad abitarvi solo dopo lunghi lavori di ristrutturazione.

3. Tutte le stime fatte per valutare la percentuale di case agibili o meno non ancora tengono conto delle abitazioni del centro storico, per le quali non si è ancora operato alcun sopralluogo. Dal momento che tale zona risulta essere la più colpita (motivo per cui la si è dichiarata totalmente off-limits), è logico aspettarsi che la percentuale di case non agibili sia decisamente superiore a quanto considerato finora.

4. Per la ricostruzione delle abitazioni lo Stato provvede direttamente solo ad un terzo delle spese. Un restante terzo verrà coperto da un mutuo a tasso agevolato a carico del cittadino e per il restante terzo verrà pagato immediatamente dai cittadini, che verrà "rimborsato" in 22 anni attraverso il recupero d'imposta.
In poche parole, per avviare la ricostruzione, i cittadini dovranno versare all'istante il 66% della spesa prevista.

5. Le case distrutte sulle quali gravava un mutuo verranno ricostruite, ma la porzione di casa corrispondente alla percentuale di mutuo non pagato diverrà proprietà della società finanziaria Fintecna (società controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze). Se il cittadino vorrà, come è logico aspettarsi, tornare ad essere proprietario di tutto lo stabile, dovrà far fronte pertanto ad un mutuo aggiuntivo da chiudere con la Fintecna.

6. Dal momento che i fondi "immediati" destinati dal Governo alle famiglie verranno spalmati in 24 anni, è possibile che non risultino sufficienti i fondi per la copertura del famoso terzo della spesa complessiva per tutti gli abitanti. Per cui i cittadini rischieranno di dover anticipare di propria tasca anche una parte di quel terzo di spesa coperto dallo Stato.

7. Lo Stato non esenta i cittadini terremotati dal pagamento dell'IVA.

8. Gran parte della copertura finanziaria per lo stanziamento di questi fondi (il 60%) proverrà dall'istituzione di nuove lotterie, dalla regolazione del gioco del Lotto e dai presunti provvedimenti anti-evasione. Insomma, una copertura "virtuale".
I soldi cash disponibili ammontano ad un miliardo di euro.

9. La parte restante della manovra verrà coperta sottraendo fondi previsti per le famiglie bisognose e quelli per le cosiddette Aree Sottoutilizzate (FAS).

10. Come già accennato in precedenza, la quantità di fondi per la ristrutturazione delle case per il 2010 ammonta a 88 milioni di euro. I fondi complessivi previsti da stanziare per il G8 (solo 3 giorni di summit) ammontano a 180 milioni.

11. Per il 2009 non sono previsti fondi per le ristrutturazioni e le ricostruzioni.

12. Sono concessi subappalti (che tanto lustro hanno dato a questo paese in passato) per una quota che può arrivare anche al 50%, in deroga alla normativa vigente che fissa il tetto al 30%.

13. Metà dei costi per le abitazioni previste per ottobre non saranno disponibili prima del 2010.

Benvenuti nella faccia nascosta dell'emergenza.

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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