Era il 14 gennaio scorso quando con una larga maggioranza (355 favorevoli contro 195 contrari, di cui quasi tutti appartenenti al gruppo del PPE) il Parlamento Europeo approvava il documento che imponeva la pubblicazione sul proprio sito internet ufficiale del rendiconto delle attività di tutti gli eurodeputati (presenze, attività in plenaria, nelle commissioni, risoluzioni, dibattiti, etc).
Tutti i parlamentari PDL presenti, fatta eccezione per Mauro e Gawronski, votavano contro il provvedimento. La trasparenza delle pubbliche amministrazioni è una teoria comoda da usare in termini pubblicitari in Italia, ma che non si deve tradurre mai e poi mai in provvedimenti pratici.
C'è il rischio che qualcuno possa analizzare il comportamento dei nostri rappresentanti in Europa e tirare alcune somme. Cosa che uno di quei "qualcuno" farà nelle prossime righe.
I PESSIMI
Rapisardo Antinucci (Popolo della Libertà): 52% di presenze, 1 interrogazione, 0 proposte di risoluzione e 0 interventi in seduta plenaria. Presente a malapena una volta su due e totalmente inattivo. Una "grandiosa" presentazione.
Ha abbandonato il Partito Socialista ed ha aderito al PDL.
Vito Bonsignore (Popolo della Libertà): autore di un finanziamento sospetto all'Udeur di Clemente Mastella pari a 50 mila euro nel 2007, quando Bonsignore era europarlamentare di centrodestra e Mastella ministro del governo Prodi.
Condannato in via definitiva a 2 anni di reclusione per tentata corruzione.
Risulta un suo conto di 5,5 milioni di euro in Lichtenstein.
Indagato per lo scandalo Bancopoli in qualità di titolare della società Gefip coinvolta nella faccenda, proprietaria, inoltre, della MEC, la società che finanziò il leader Udeur Clemente Mastella.
Ora i due sono colleghi di lista per le elezioni europee del PDL. Casualità italiane...
55% di presenze, 10 interrogazioni, 8 proposte e 11 interventi. Lavora meglio come finanziatore oscuro per Berlusconi.
Mario Borghezio (Lega Nord): condannato in via definitiva nel luglio 2005 a due mesi e venti giorni di reclusione per aver appiccato un incendio ai pagliericci dove dormivano alcuni immigrati sotto un ponte a Torino, fatto avvenuto nel 2000.
E' balzato alle cronache ultimamente per essere stato uno dei principali ideatori della manifestazione anti-Islam che si sarebbe dovuta tenere a Bruxelles (e che vedeva la partecipazione di vari movimenti xenofobi e post-nazisti europei) e che fu vietata dal Comune.
Nel 2009 un'inchiesta di Canal+ lo ritrae mentre elargisce consigli a movimenti di estrema destra francesi su come infiltrarsi nelle istituzioni ed occuparle.
A dispetto di questo terribile curriculum "europeo", l'attività parlamentare, invece, è dignitosa.
Giorgio Carollo (Unione di Centro): 62% di presenze, 4 interrogazioni ed 1 sola proposta. Un seggio che potrebbe essere impiegato da qualcuno più fruttuoso.
Fabio Ciani (Partito Democratico): 57% di presenze, 1 interrogazione, 3 proposte e 1 intervento in plenaria. Non ricandidato.
Gianni De Michelis (Socialisti Uniti): separato in casa all'interno del Partito Socialista, ha presentato per le europee la lista dei Socialisti Uniti. 52% di presenze, 9 interrogazioni, 0 proposte e 3 interventi.
Non è ricandidato nemmeno per la lista che ha presentato. Ma la cosa non sembra essere tutto questo gran peccato.
Beniamino Donnici (ex Italia dei Valori): 49% di presenze e politica attiva al minimo. Protagonista di una saga ancora non terminata sul suo seggio di parlamentare, sottoposto ad una diatriba infinita tra le due frange della lista "Di Pietro / Occhetto" con cui si presentò alle scorse europee.
Risulta essere membro, al momento, del Partito del Sud. Non è candidato in nessuna lista politica.
Aldo Patriciello (Popolo della Libertà): un altro che dovrebbe spiegare cosa è andato a fare in Europa; 58% di presenze, 1 sola risoluzione e 0 interventi.
Dovrebbe spiegarcelo anche il PDL visto che l'ha ricandidato.
Forse fa punteggio la condanna ricevuta a quattro mesi per finanziamento illecito ai partiti negli anni '90, il rinvio a giudizio per l'inchiesta "Piedi d'Argilla" o quello per truffa aggravata e abuso d'ufficio per la faccenda della "Fondazione Paola Pavone".
Guido Podestà (Popolo della Libertà): percentuale di presenze relativamente bassa (68%), 11 interrogazioni, 3 proposte e 7 interventi in plenaria. E' inoltre tra coloro che hanno avversato la risoluzione Cappato per la trasparenza per gli europarlamentari.
Il PDL lo ha scelto come candidato alla Presidenza della Provincia di Milano.
Luca Romagnoli (Fiamma Tricolore): 93% di presenze, 854 interrogazioni e 428 interventi in aula. Ma basta la dichiarazione fatta nel 2006 "Se le camere a gas sono mai esistite? Francamente non ho nessun mezzo per poter affermare o negare" per collocarlo nella lista degli impresentabili.
Capolista per Fiamma Tricolore. Da questo punto di vista c'è da bearsi dello sbarramento.
Armando Veneto (Popolo della Libertà): 48% di presenze, 7 proposte, 1 interrogazione e 7 interventi. Una vacanzina ben retribuita.
Eletto nelle liste del PDL ora non fa parte (almeno ufficialmente) di nessun partito politico nazionale.
Mauro Zani (Partito Democratico): 62% di presenze (tra le più basse), 14 interrogazioni e 9 interventi. Il PD ha preferito, a quanto pare, non ricandidarlo.
Iva Zanicchi (Popolo della Libertà): ha preso l'incarico di parlamentare europeo come fosse una villeggiatura. A spese dei cittadini italiani, naturalmente.
E' la più assente tra tutti i rappresentati italiani (45% solo di presenze), zero interrogazioni, zero risoluzioni e 1 solo intervento in plenaria. Un pesce fuor d'acqua. Un vero fantasma.
Ma questo eccellente curriculum le ha garantito la ri-candidatura. Altro che veline!
I POTREBBERO IMPEGNARSI DI PIU'
Iles Braghetto (Unione di Centro): ben 95% di presenze. L'attività politica attiva non è delle migliori però: 51 interrogazioni, 5 proposte e 33 interventi. Un piccolo sforzo d'attività e potrebbe essere tra gli esempi da prendere a riferimento.
Francesco Ferrari (Partito Democratico): ha all'attivo una percentuale di presenze eccellente: 98%. Questo attestato di stima lo collocherebbe di diritto tra gli ottimi, se non fosse che è completamente assente nell'attività politica attiva: 9 interrogazioni, 2 proposte di risoluzione e 10 interventi in plenaria in un'intera legislatura.
Sempre presente ma molto passivo.
Eleonora Lo Curto (Popolo della Libertà): 97% di presenze. Ma non bastano per ignorare le sole 2 interrogazioni, i 2 interventi e le 0 proposte (sebbene è eurodeputata da nemmeno un anno). Non è ricandidata.
Antonio Mussa (Popolo della Libertà): come il collega all'attivo una percentuale decisamente buona: 89%. Soffre però di passivismo anche lui: 3 interrogazioni, 4 proposte e 5 interventi. Sembrerebbe poco protagonista, a quanto pare. A suo discapito però c'è da considerare l'ingresso a Bruxelles nel novembre scorso.
GLI OTTIMI
Vittorio Agnoletto (Lista Anticapitalista): 88% di presenze, 127 interrogazioni, 232 proposte risoluzione e 72 interventi in plenaria. Un vero euro-lavoratore.
Roberta Angelilli (Popolo della Libertà): 82% di presenze, 600 interrogazioni, 141 proposte, 92 interventi. Merita senza dubbio una citazione in termini di qualità.
Ha votato contro la risoluzione Cappato, il che le fa perdere qualche punto. Ma in questo caso possiamo credere all'alibi della "tutela della privacy", visto il curriculum.
Marco Cappato (Lista Pannella-Bonino): 81% di presenze, 316 interrogazioni, 123 proposte e 112 interventi. Merita una lode particolare per essere l'autore del provvedimento che rende pubbliche tutte le cifre degli europarlamentari.
Claudio Fava (Sinistra e Libertà): attività politica in termini di presenze e iniziative sopra la media. Merita una citazione particolare il premio assegnatogli da L'Economist come miglior europarlamentare dell'anno, per il lavoro svolto nella Commissione d'Inchiesta sulle carceri e i sequestri della CIA.
Monica Frassoni (Sinistra e Libertà): 89% di presenze, 152 interrogazioni, 135 proposte di risoluzione e 131 interventi in plenaria. Una stakanovista.
Monica Giuntini (Partito Democratico): ben 95% presenze, ma solo 5 interrogazioni e 5 interventi in plenaria. C'è da dire però che ricopre il seggio solo da ottobre 2008, in sostituzione dell'uscente Lilli Gruber. Pertanto, entra di diritto nella lista degli "ottimi".
Sepp Kusstatscher (Sinistra e Libertà): attività politica attiva nella media, ma il 99% di presenze (il più presente in assoluto tra gli italiani) lo colloca di diritto nel Pantheon dei più assidui europarlamentari italiani di tutti i tempi.
Mario Mauro (Popolo della Libertà): 89% di presenze, 115 interrogazioni, 40 proposte di risoluzione e ben 373 interventi in plenaria.
Inoltre si è opposto quasi in solitaria alla scelta del suo partito di votare contro la pubblicazione dei dati degli europarlamentari.
Roberto Musacchio (Sinistra e Libertà): 94% di presenze, 124 interrogazioni, 47 proposte e 72 interventi.
Cristiana Muscardini (Popolo della Libertà): la percentuale di presenze non è tra le migliori (76%), ma le 436 interrogazioni e le 243 proposte di risoluzione presentate la collocano senza ombra di dubbio tra le più attive.
Pasqualina Napoletano (Sinistra e Libertà): 96% di presenze, 44 interrogazioni, 414 proposte e 55 interventi. Non è però tra i ricandidati in questo giro di elezioni.
Tutti i parlamentari PDL presenti, fatta eccezione per Mauro e Gawronski, votavano contro il provvedimento. La trasparenza delle pubbliche amministrazioni è una teoria comoda da usare in termini pubblicitari in Italia, ma che non si deve tradurre mai e poi mai in provvedimenti pratici.
C'è il rischio che qualcuno possa analizzare il comportamento dei nostri rappresentanti in Europa e tirare alcune somme. Cosa che uno di quei "qualcuno" farà nelle prossime righe.
I PESSIMI
Rapisardo Antinucci (Popolo della Libertà): 52% di presenze, 1 interrogazione, 0 proposte di risoluzione e 0 interventi in seduta plenaria. Presente a malapena una volta su due e totalmente inattivo. Una "grandiosa" presentazione.
Ha abbandonato il Partito Socialista ed ha aderito al PDL.
Vito Bonsignore (Popolo della Libertà): autore di un finanziamento sospetto all'Udeur di Clemente Mastella pari a 50 mila euro nel 2007, quando Bonsignore era europarlamentare di centrodestra e Mastella ministro del governo Prodi.
Condannato in via definitiva a 2 anni di reclusione per tentata corruzione.
Risulta un suo conto di 5,5 milioni di euro in Lichtenstein.
Indagato per lo scandalo Bancopoli in qualità di titolare della società Gefip coinvolta nella faccenda, proprietaria, inoltre, della MEC, la società che finanziò il leader Udeur Clemente Mastella.
Ora i due sono colleghi di lista per le elezioni europee del PDL. Casualità italiane...
55% di presenze, 10 interrogazioni, 8 proposte e 11 interventi. Lavora meglio come finanziatore oscuro per Berlusconi.
Mario Borghezio (Lega Nord): condannato in via definitiva nel luglio 2005 a due mesi e venti giorni di reclusione per aver appiccato un incendio ai pagliericci dove dormivano alcuni immigrati sotto un ponte a Torino, fatto avvenuto nel 2000.
E' balzato alle cronache ultimamente per essere stato uno dei principali ideatori della manifestazione anti-Islam che si sarebbe dovuta tenere a Bruxelles (e che vedeva la partecipazione di vari movimenti xenofobi e post-nazisti europei) e che fu vietata dal Comune.
Nel 2009 un'inchiesta di Canal+ lo ritrae mentre elargisce consigli a movimenti di estrema destra francesi su come infiltrarsi nelle istituzioni ed occuparle.
A dispetto di questo terribile curriculum "europeo", l'attività parlamentare, invece, è dignitosa.
Giorgio Carollo (Unione di Centro): 62% di presenze, 4 interrogazioni ed 1 sola proposta. Un seggio che potrebbe essere impiegato da qualcuno più fruttuoso.
Fabio Ciani (Partito Democratico): 57% di presenze, 1 interrogazione, 3 proposte e 1 intervento in plenaria. Non ricandidato.
Gianni De Michelis (Socialisti Uniti): separato in casa all'interno del Partito Socialista, ha presentato per le europee la lista dei Socialisti Uniti. 52% di presenze, 9 interrogazioni, 0 proposte e 3 interventi.
Non è ricandidato nemmeno per la lista che ha presentato. Ma la cosa non sembra essere tutto questo gran peccato.
Beniamino Donnici (ex Italia dei Valori): 49% di presenze e politica attiva al minimo. Protagonista di una saga ancora non terminata sul suo seggio di parlamentare, sottoposto ad una diatriba infinita tra le due frange della lista "Di Pietro / Occhetto" con cui si presentò alle scorse europee.
Risulta essere membro, al momento, del Partito del Sud. Non è candidato in nessuna lista politica.
Aldo Patriciello (Popolo della Libertà): un altro che dovrebbe spiegare cosa è andato a fare in Europa; 58% di presenze, 1 sola risoluzione e 0 interventi.
Dovrebbe spiegarcelo anche il PDL visto che l'ha ricandidato.
Forse fa punteggio la condanna ricevuta a quattro mesi per finanziamento illecito ai partiti negli anni '90, il rinvio a giudizio per l'inchiesta "Piedi d'Argilla" o quello per truffa aggravata e abuso d'ufficio per la faccenda della "Fondazione Paola Pavone".
Guido Podestà (Popolo della Libertà): percentuale di presenze relativamente bassa (68%), 11 interrogazioni, 3 proposte e 7 interventi in plenaria. E' inoltre tra coloro che hanno avversato la risoluzione Cappato per la trasparenza per gli europarlamentari.
Il PDL lo ha scelto come candidato alla Presidenza della Provincia di Milano.
Luca Romagnoli (Fiamma Tricolore): 93% di presenze, 854 interrogazioni e 428 interventi in aula. Ma basta la dichiarazione fatta nel 2006 "Se le camere a gas sono mai esistite? Francamente non ho nessun mezzo per poter affermare o negare" per collocarlo nella lista degli impresentabili.
Capolista per Fiamma Tricolore. Da questo punto di vista c'è da bearsi dello sbarramento.
Armando Veneto (Popolo della Libertà): 48% di presenze, 7 proposte, 1 interrogazione e 7 interventi. Una vacanzina ben retribuita.
Eletto nelle liste del PDL ora non fa parte (almeno ufficialmente) di nessun partito politico nazionale.
Mauro Zani (Partito Democratico): 62% di presenze (tra le più basse), 14 interrogazioni e 9 interventi. Il PD ha preferito, a quanto pare, non ricandidarlo.
Iva Zanicchi (Popolo della Libertà): ha preso l'incarico di parlamentare europeo come fosse una villeggiatura. A spese dei cittadini italiani, naturalmente.
E' la più assente tra tutti i rappresentati italiani (45% solo di presenze), zero interrogazioni, zero risoluzioni e 1 solo intervento in plenaria. Un pesce fuor d'acqua. Un vero fantasma.
Ma questo eccellente curriculum le ha garantito la ri-candidatura. Altro che veline!
I POTREBBERO IMPEGNARSI DI PIU'
Iles Braghetto (Unione di Centro): ben 95% di presenze. L'attività politica attiva non è delle migliori però: 51 interrogazioni, 5 proposte e 33 interventi. Un piccolo sforzo d'attività e potrebbe essere tra gli esempi da prendere a riferimento.
Francesco Ferrari (Partito Democratico): ha all'attivo una percentuale di presenze eccellente: 98%. Questo attestato di stima lo collocherebbe di diritto tra gli ottimi, se non fosse che è completamente assente nell'attività politica attiva: 9 interrogazioni, 2 proposte di risoluzione e 10 interventi in plenaria in un'intera legislatura.
Sempre presente ma molto passivo.
Eleonora Lo Curto (Popolo della Libertà): 97% di presenze. Ma non bastano per ignorare le sole 2 interrogazioni, i 2 interventi e le 0 proposte (sebbene è eurodeputata da nemmeno un anno). Non è ricandidata.
Antonio Mussa (Popolo della Libertà): come il collega all'attivo una percentuale decisamente buona: 89%. Soffre però di passivismo anche lui: 3 interrogazioni, 4 proposte e 5 interventi. Sembrerebbe poco protagonista, a quanto pare. A suo discapito però c'è da considerare l'ingresso a Bruxelles nel novembre scorso.
GLI OTTIMI
Vittorio Agnoletto (Lista Anticapitalista): 88% di presenze, 127 interrogazioni, 232 proposte risoluzione e 72 interventi in plenaria. Un vero euro-lavoratore.
Roberta Angelilli (Popolo della Libertà): 82% di presenze, 600 interrogazioni, 141 proposte, 92 interventi. Merita senza dubbio una citazione in termini di qualità.
Ha votato contro la risoluzione Cappato, il che le fa perdere qualche punto. Ma in questo caso possiamo credere all'alibi della "tutela della privacy", visto il curriculum.
Marco Cappato (Lista Pannella-Bonino): 81% di presenze, 316 interrogazioni, 123 proposte e 112 interventi. Merita una lode particolare per essere l'autore del provvedimento che rende pubbliche tutte le cifre degli europarlamentari.
Claudio Fava (Sinistra e Libertà): attività politica in termini di presenze e iniziative sopra la media. Merita una citazione particolare il premio assegnatogli da L'Economist come miglior europarlamentare dell'anno, per il lavoro svolto nella Commissione d'Inchiesta sulle carceri e i sequestri della CIA.
Monica Frassoni (Sinistra e Libertà): 89% di presenze, 152 interrogazioni, 135 proposte di risoluzione e 131 interventi in plenaria. Una stakanovista.
Monica Giuntini (Partito Democratico): ben 95% presenze, ma solo 5 interrogazioni e 5 interventi in plenaria. C'è da dire però che ricopre il seggio solo da ottobre 2008, in sostituzione dell'uscente Lilli Gruber. Pertanto, entra di diritto nella lista degli "ottimi".
Sepp Kusstatscher (Sinistra e Libertà): attività politica attiva nella media, ma il 99% di presenze (il più presente in assoluto tra gli italiani) lo colloca di diritto nel Pantheon dei più assidui europarlamentari italiani di tutti i tempi.
Mario Mauro (Popolo della Libertà): 89% di presenze, 115 interrogazioni, 40 proposte di risoluzione e ben 373 interventi in plenaria.
Inoltre si è opposto quasi in solitaria alla scelta del suo partito di votare contro la pubblicazione dei dati degli europarlamentari.
Roberto Musacchio (Sinistra e Libertà): 94% di presenze, 124 interrogazioni, 47 proposte e 72 interventi.
Cristiana Muscardini (Popolo della Libertà): la percentuale di presenze non è tra le migliori (76%), ma le 436 interrogazioni e le 243 proposte di risoluzione presentate la collocano senza ombra di dubbio tra le più attive.
Pasqualina Napoletano (Sinistra e Libertà): 96% di presenze, 44 interrogazioni, 414 proposte e 55 interventi. Non è però tra i ricandidati in questo giro di elezioni.
CLASSIFICA PRESENZA PER PARTITO
(sono escluse tutte le forze politiche con un solo rappresentante)
(sono escluse tutte le forze politiche con un solo rappresentante)
- Sinistra e Libertà: 90.87%
- Lista Anticapitalista (Rifondazione+Comunisti Italiani): 84.33%
- Lega Nord: 81.50%
- Partito Democratico: 79.50%
- Unione di Centro: 76.25%
- Popolo della Libertà: 73.53%
- Radicali - Lista Pannella/Bonino: 73.50%
Tutti i dati statistici sono tratti direttamente dal sito ufficiale del Parlamento Europeo.
Fonte articolo
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