17/06/09

Aere perennius, ovvero l'illusione dello shopper biodegradabile

shopper ecologicoShopper ecologico, dal sito di Nuove Tecnologie Energetiche.

Ugo è un amico.

E' anche l'unica persona che conosca che abbia più interessi del sottoscritto.

Aggiungerei che è anche parecchio più bravo del sottoscritto a rappresentare, ereticamente, la cruda realtà che sta al di sotto delle nostre pie speranze di sostenibilità, ecocompatibilità, biodegradabilità, rispetto per l'ambiente, bla bla.

Ovviamente, essendo amico mio, è anche, necessariamente, un po pazzerello.

Per motivi, come dire, culturali, nella sua lieve pazzia c'e' del metodo e questo lo porta, abbastanza spesso, a scoperte interessanti.

Insomma, da bravo eretico, ogni tanto gli viene la voglia di controllare se il re è nudo e, aimè la risposta è quasi sempre si, o almeno è vestito in modo così succinto da rasentare i limiti dell'oltraggo al pudore (ammesso che questo pudore esista, quando riferito ad un "Re" o in genere ad un "potente").

L'ultima che ha combinato è stata di verificare, una buona volta, se i famosi (e costosi) sacchetti per la spesa o shoppers biodegradabili, perchè ricavati dal mais, lo siano davvero.

La risposta, dopo una analisi interessantissima e documentata, che vi consiglio vivamente di leggere, purtroppo è negativa. Il motivo è semplice: i suddetti sacchetti non sono integralmente realizzati in Mater Bi, la plastica ricavata dal mais, ma contengono anche una buona percentuale di poliestere, per garantire la necessaria durata, resistenza, etc etc. In effetti i sacchetti sono legalmente e correttamente dichiarati compostabili, ai sensi della normativa europea, (la norma applicata, chissà quanti lo sapranno, è la EN 13432 che prevede una permanenza di TRE MESI A 50 GRADI ed un residuo finale non biodegradato di non oltre il 10%).

La differenza c'e', è sostanziale, ma ai più sfugge.

Benchè gli shopper compostabili siano quindi un passo avanti rispetto a quelli tradizionali (in termini di energia e risorse fossili consumate, tra l'altro, è ancora tutto da verificare) siamo ancora lontani dal poterli dichiarare davvero "nature friendly".

In analogia con quanto successo per le lampadine, anche qui si potrebbe pensare ad un pò di graduale "enforcing" dall'alto: abolizione degli shoppers che non siano 100% BIODEGRADABILI e contemporanea reintroduzione agevolata del loro logico sostituto: la vecchia sporta della spesa, magari di iuta, volendo avere qualcosa di "compostabile" più duraturo della carta, comunque quasi altrettanto leggera, possibilmente cerata, in modo che possa essere sufficientemente economica ma comunque adatta a contenere anche l'immondizia senza far passare liquami vari, rimanendo certamente biodegradabile.

borsa si iuta

Sintesi:perche' inventarsi cose complicate, sostanze che NON esistono in natura, dalle dubbie caratteristiche "ecologiche", quando abbiamo già tutto quel che serve?

Perchè, ainoi, alla plastica siamo morbosamente (quanto coattivamente) affezionati, anche se non lo ammetteremmo mai.

NDA: Aere perennius, "più duraturo del bronzo", da Orazio che scrisse, ahem vado a memoria Aere perennius monumentum exegi, ho edificato un monumento più duraturo del bronzo. Lui si riferiva ai suoi poemi. Io, più prosaicamente, alla plastica.

Fonte articolo

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