"decorso un lasso temporale, variabile a seconda della gravità del reato, e salvo che risulti il consenso scritto dell'interessato, non possano più essere diffusi o mantenuti immagini o dati, anche giudiziari, che consentano, direttamente o indirettamente, l'identificazione della persona già indagata o imputata, sulle pagine Internet liberamente accessibili dagli utenti oppure attraverso i motori di ricerca esterni al sito web sorgente".Sono queste le parole del primo comma dell'art 1 di un nuovo disegno di legge che mira a censurare internet.
La Rete ha la memoria troppo lunga per questi vecchi cialtroni seduti in Parlamento e infatti non si sa se ridere o piangere quando si legge l'argomento trattato da questo DDL: "diritto all'oblio su internet".
Ma sono pazzi? Ora stiamo davvero esagerando.
L'art. 2 di questa buffonata riconosce invece all'interessato il diritto di richiedere la rimozione delle immagini e dei dati di cui all'art. 1 dapprima direttamente "ai siti Internet ed ai motori di ricerca" e, quindi, al Garante per il trattamento dei dati personali e la riservatezza, prevedendo, altresì, che l'eventuale inadempimento da parte del destinatario della richiesta al provvedimento del Garante può costare a quest'ultimo una sanzione da 5.000 a 100.000 euro.
No, non è uno scherzo e nemmeno un incubo. Non state dormendo. E' tutta realtà.
Questo schifo può accadere solo in Cina, Iran e in Italia.
Cominciate a rimboccarvi le maniche, la guerra contro noi internauti si fa seria.
Per saperne di più: Vietato ricordare
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