Ci siamo, comincia infatti da oggi in tutta Europa la morte delle lampadine a incandescenza, avviata per mano del Parlamento Europeo, che le ha dichiarate fuorilegge e le mette al bando per sostituirle gradualmente con quelle ad alta efficienza energetica. Le prime a sparire dal commercio saranno quelle ad alta potenza, 100W e oltre, contando di rimuoverle gradualmente dagli scaffali entro 5 anni. Il piano di dismissione partirà in Italia dal 2010.
Di acqua ne è passata sotto i ponti da quando Thomas Edison è riuscito nell'impresa di ottenere luce nel 1875 impiegando fili di cotone carbonizzato percorso da corrente elettrica. Lo sviluppo della lampadina ad incandescenza ha attraversato velocemente la storia fino ai nostri giorni, migliorandosi costantemente, grazie soprattutto all'introduzione del vuoto spinto e alla realizzazione dei fili con tungsteno, al punto che non esistono oggi praticamente più spazi di miglioramento per questa vecchia tecnologia.
Il vero grosso problema delle lampade a incandescenza è appunto il fatto che sono ... incandescenti! Cioè raggiungono temperature di centinaia di gradi, motivo per cui emettono luce anche nello spettro visibile. In realtà emettono assai più energia nello spettro infrarosso, cioè dissipano l'energia elettrica molto più sotto forma di calore che di luce. E' per questo motivo che sono così inefficienti dal punto di vista energetico, convertendo in luce solo circa il 15% di quanto consumano in termini di energia elettrica.
Oggi nuove tecnologie di produzione luminosa si stanno affacciando prepotentemente, come le fluorescenti compatte e le luci a led. In passato costose, delicate e generatrici di uno spettro di luce molto freddo, sono costantemente migliorate fino a raggiungere performance comparabili con le lampade convenzionali, occupando poco spazio e consentendo al contempo un notevole risparmio energetico. Unica nota a sfavore, sono più costose (anche se durano in proporzione di più) e creano qualche problema aggiuntivo per il loro riciclo, dato che nella loro composizione sono presenti pericolosi e inquinanti vapori di mercurio.
Ultimamente, le lampade fluorescenti sono diventate molto più risparmiose da quando sono stati introdotti i reattori elettronici al posto dei tradizionali reattori elettromeccanici a starter, cosa che oltre a risparmiare qualche watt consente di eliminare il fastidioso sfarfallio tipico dei neon. Per rendervi conto dello sfarfallio, provate a inquadrare una lampada al neon tradizionale con una macchina fotografica digitale, vi accorgerete che la luce non è affatto stabile ma "lampeggia" alla frequenza di rete (50Hz). Taluni provano un senso di fastidio alla vista se non addirittura mal di testa se sottoposti ad esposizioni prolungate. Le nuove lampadine superano anche questo problema, offrendo al contempo una tonalità decisamente più "calda".
Di acqua ne è passata sotto i ponti da quando Thomas Edison è riuscito nell'impresa di ottenere luce nel 1875 impiegando fili di cotone carbonizzato percorso da corrente elettrica. Lo sviluppo della lampadina ad incandescenza ha attraversato velocemente la storia fino ai nostri giorni, migliorandosi costantemente, grazie soprattutto all'introduzione del vuoto spinto e alla realizzazione dei fili con tungsteno, al punto che non esistono oggi praticamente più spazi di miglioramento per questa vecchia tecnologia.
Il vero grosso problema delle lampade a incandescenza è appunto il fatto che sono ... incandescenti! Cioè raggiungono temperature di centinaia di gradi, motivo per cui emettono luce anche nello spettro visibile. In realtà emettono assai più energia nello spettro infrarosso, cioè dissipano l'energia elettrica molto più sotto forma di calore che di luce. E' per questo motivo che sono così inefficienti dal punto di vista energetico, convertendo in luce solo circa il 15% di quanto consumano in termini di energia elettrica.
Oggi nuove tecnologie di produzione luminosa si stanno affacciando prepotentemente, come le fluorescenti compatte e le luci a led. In passato costose, delicate e generatrici di uno spettro di luce molto freddo, sono costantemente migliorate fino a raggiungere performance comparabili con le lampade convenzionali, occupando poco spazio e consentendo al contempo un notevole risparmio energetico. Unica nota a sfavore, sono più costose (anche se durano in proporzione di più) e creano qualche problema aggiuntivo per il loro riciclo, dato che nella loro composizione sono presenti pericolosi e inquinanti vapori di mercurio.
Ultimamente, le lampade fluorescenti sono diventate molto più risparmiose da quando sono stati introdotti i reattori elettronici al posto dei tradizionali reattori elettromeccanici a starter, cosa che oltre a risparmiare qualche watt consente di eliminare il fastidioso sfarfallio tipico dei neon. Per rendervi conto dello sfarfallio, provate a inquadrare una lampada al neon tradizionale con una macchina fotografica digitale, vi accorgerete che la luce non è affatto stabile ma "lampeggia" alla frequenza di rete (50Hz). Taluni provano un senso di fastidio alla vista se non addirittura mal di testa se sottoposti ad esposizioni prolungate. Le nuove lampadine superano anche questo problema, offrendo al contempo una tonalità decisamente più "calda".
La sostituzione delle lampadine per uso domestico a livello mondiale con lampadine a Led o a risparmio energetico porterà un risparmio di 46 miliardi di euro in elettricità e 239 milioni di tonnellate di CO2. A livello europeo si risparmieranno circa 10 miliardi in elettricità e le emissioni diminuiranno di 38 milioni di tonnellate, secondo i dati di una ricerca riportati da e-gazzette.
Il prossimo passo è migliorare il costo e il rendimento della tecnologia a LED per intervenire anche nella pubblica illuminazione, in alcuni comuni pionieri come Torraca lo stanno già facendo.
Fonte articolo
Nessun commento:
Posta un commento
Visto lo spam con link verso truffe o perdite di tempo i commenti saranno moderati. Se commenti l'articolo sarà pubblicato al più presto, se invece vuoi lasciare link a siti porno o cose simili lascia perdere perdi solo tempo.