E' possibile ridurre la produzione dei rifiuti e al contempo aiutare l'economia locale. E' quanto succede a Capannori, dove l'assessore all'ambiente Alessio Ciacci è riuscito pochi anni fa nell'intento di fare approvare una delibera comunale tesa a raggiungere l'obiettivo rifiuti zero entro il 2020.
Fate attenzione ai conti che Ciacci fornisce nel video riguardo allo smaltimento in discarica, 160 euro/ton è davvero tanto rispetto ai 100 euro/ton scarsi che in media si pagano da noi in Emilia Romagna, questo giustifica senz'altro il ricorso ad azioni per ridurre questa spesa che grava sulla collettività. Il punto però è un altro, qualora si riesca con politiche volte alla riduzione del rifiuto a ridurre la parte da smaltire e quindi i relativi costi, chi se ne avvantaggierà realmente ?
Se lo smaltimento é pagato direttamente dal comune, se ne avvantaggia ovviamente il cittadino nelle tariffe. Cosa succede invece se il gestore del servizio (Hera) controlla sia di raccolta che lo smaltimento ? Accade che Hera ne riceve un danno economico, che pertanto ribalterà sui comuni e in ultima analisi sui cittadini, per aggiustare i mancati margini. I comuni si troveranno a richiedere al cittadino una tariffa maggiorata comunque, come in effetti avviene da troppi anni.
La considerazione principale che se ne può trarre è che chi raccoglie i rifiuti non dovrebbe anche partecipare ai proventi per smaltirli. Il caso di Hera infatti è emblematico, non basterà certo lo scorporo di facciata della divisione Hera Ambiente (che si occupa dello smaltimento) per fugare i dubbi su un pesante conflitto di interessi. Serve ben altro.
Occorre che lo smaltimento sia gestito da un soggetto completamente indipendente, pubblico o privato andrebbe bene uguale, purchè realmente autonomo e soggetto a rigidi controlli pubblici. Condizione tra l'altro indispensabile per un vero regime di concorrenza quando si andrà nel 2011 a gara di appalto per la fornitura dei servizi cittadini principali.
Non meravigliamoci più se le tante belle iniziative che succedono a Capannori da noi rappresentano ancora pura utopia, il porta a porta, i prodotti alla spina, i distributori di acqua pubblica trattata, i mercatini dell'usato, la riduzione delle sportine di plastica, e tante altre cose utili e in grado di fare girare una forma di economia solidale necessaria al territorio. Sono tutte strategie virtuose ma che rischiano di non portare i risparmi attesi, fino a quando non si spezza il regime di monopolio che ingessa completamente il sistema dei servizi.
E' un implicito ricatto, ordito a colpi di irrinunciabili dividendi (elargiti dalle ex municipalizzate oggi SPA) per i comuni, tanto più quanto perdura il periodo di crisi e la difficoltà a fare fronte al patto di stabilità. La politica quì da noi ha grandi e precise responsabilità, è bene saperlo.
Fate attenzione ai conti che Ciacci fornisce nel video riguardo allo smaltimento in discarica, 160 euro/ton è davvero tanto rispetto ai 100 euro/ton scarsi che in media si pagano da noi in Emilia Romagna, questo giustifica senz'altro il ricorso ad azioni per ridurre questa spesa che grava sulla collettività. Il punto però è un altro, qualora si riesca con politiche volte alla riduzione del rifiuto a ridurre la parte da smaltire e quindi i relativi costi, chi se ne avvantaggierà realmente ?
Se lo smaltimento é pagato direttamente dal comune, se ne avvantaggia ovviamente il cittadino nelle tariffe. Cosa succede invece se il gestore del servizio (Hera) controlla sia di raccolta che lo smaltimento ? Accade che Hera ne riceve un danno economico, che pertanto ribalterà sui comuni e in ultima analisi sui cittadini, per aggiustare i mancati margini. I comuni si troveranno a richiedere al cittadino una tariffa maggiorata comunque, come in effetti avviene da troppi anni.
La considerazione principale che se ne può trarre è che chi raccoglie i rifiuti non dovrebbe anche partecipare ai proventi per smaltirli. Il caso di Hera infatti è emblematico, non basterà certo lo scorporo di facciata della divisione Hera Ambiente (che si occupa dello smaltimento) per fugare i dubbi su un pesante conflitto di interessi. Serve ben altro.
Occorre che lo smaltimento sia gestito da un soggetto completamente indipendente, pubblico o privato andrebbe bene uguale, purchè realmente autonomo e soggetto a rigidi controlli pubblici. Condizione tra l'altro indispensabile per un vero regime di concorrenza quando si andrà nel 2011 a gara di appalto per la fornitura dei servizi cittadini principali.
Non meravigliamoci più se le tante belle iniziative che succedono a Capannori da noi rappresentano ancora pura utopia, il porta a porta, i prodotti alla spina, i distributori di acqua pubblica trattata, i mercatini dell'usato, la riduzione delle sportine di plastica, e tante altre cose utili e in grado di fare girare una forma di economia solidale necessaria al territorio. Sono tutte strategie virtuose ma che rischiano di non portare i risparmi attesi, fino a quando non si spezza il regime di monopolio che ingessa completamente il sistema dei servizi.
E' un implicito ricatto, ordito a colpi di irrinunciabili dividendi (elargiti dalle ex municipalizzate oggi SPA) per i comuni, tanto più quanto perdura il periodo di crisi e la difficoltà a fare fronte al patto di stabilità. La politica quì da noi ha grandi e precise responsabilità, è bene saperlo.
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