08/10/09

Italia Futura

Il presidente della FIAT Montezemolo, uomo più di ogni altro avvezzo a privatizzare i profitti socializzando le perdite, recente beneficiario tramite la società NTV (costituita insieme a Diego Della Valle e ad Intesa San Paolo) della gestione delle nuove linee ferroviarie ad alta velocità, pagate decine di miliardi di euro dai contribuenti italiani, è finalmente riuscito a coronare il sogno di possedere un proprio think tank.

Italia Futura, questo è il nome del gruppo di pressione (lobby o fondazione che dir si voglia) capitanato da Luca Montezemolo, è stato presentato ieri ad oltre 200 persone, fra le quali il presidente della camera Gianfranco Fini, il parlamentare del PD Enrico Letta ed il fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi.
Montezemolo ha esordito spiegando tutte quelle che non sarebbero le aspirazioni del nuovo think tank, dando una classica dimostrazione di “excusatio non petita, accusatio manifesta”. Italia futura non sarà il laboratorio segreto di misteriose alchimie partitiche, né si renderà espressione di un oscuro complotto di salotti buoni, fortunatamente estinti da tempo, né incarnerà l’ennesimo partito sulla scena politica, dal momento che non servirebbe al paese, né sarà intenzionato ad influenzare le geometrie dei partiti.

Italia Futura, secondo le parole di Montezemolo, sarà “un luogo di idee e proposte che ha un'unica e trasparente missione: fare emergere le molte capacità di cui è ricco il nostro Paese per coinvolgerle nell'elaborazione di un progetto sul futuro dell'Italia. Si tratterà di una missione del tutto normale che prende spunto dagli Stati Uniti e dalla loro ricca tradizione di centri di riflessione sul futuro della nazione. Costruirà ogni tre mesi delle campagne tematiche all’interno delle quali verranno lanciate delle proposte snelle e operative intorno ad alcuni grandi problemi del paese. Rappresenterà un luogo d’ideazione, uno strumento di mobilitazione dell’opinione pubblica, uno spazio per pensare il futuro del paese.
Italia Futura affronterà i temi centrali e cruciali della vita degli italiani, ed uno di questi, la “mobilità sociale” è stato scelto come oggetto della prima campagna ed illustrato in sala nel corso della presentazione da Irene Tinagli, ricercatrice già membro della direzione nazionale del Pd, che ha curato il rapporto sull’argomento.

La “maschera” del buon samaritano, preoccupato per i problemi dei cittadini, indispettito dal fatto che il divario tra ricchi e poveri aumenti e con questo aumentino le diseguaglianze e la difficoltà di scalare la società, già usata da Diego Della Valle durante le puntate di Porta a Porta e Ballarò di qualche anno fa, collocata sul viso di Montezemolo appare ancora più grottesca. Così come la velleità di spendersi per il bene del paese non può che risultare ridicola da parte di un uomo che nel corso della propria (facile) carriera è sempre stato abituato a prendere dal paese, senza mai nulla dare.
Italia Futura non è nè sarà mai un’associazione di beneficenza e anche se con tutta probabilità non diventerà mai un partito, nasce con degli obiettivi ben precisi, facilmente individuabili anche solo leggendo fra le righe le dichiarazioni ammantate di buoni propositi esternate da Montezemolo. Italia futura non sarà un partito, ma mirerà a dirigere e guidare l’operato dei partiti di potere, orientando l’opinione pubblica affinché le garantisca una posizione dominante all’interno del rapporto di forze che verrà a crearsi con la politica. Italia Futura agirà dietro le quinte e non porterà rappresentati in parlamento, ma si spenderà per far si che i parlamentari votati all’interno dei partiti politici portino in parlamento gli interessi di Italia Futura, che saranno molto differenti e spesso addirittura antitetici rispetto a quelli degli italiani.
Se Italia Futura rappresenterà l’avvenire, si nutre la vivida sensazione che possa manifestarsi assai più grave del presente, poiché non c’è aguzzino peggiore di quello che continua a picchiarti dicendo che lo sta facendo soltanto per il tuo bene.

di Marco Cedolin

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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