“Sulla scia di Google vs la censura in Cina, un nuovo fronte di scontro tra il potere dello Stato e la libertà di Internet è stato aperto dal governo italiano.” Così il Time, giornale d’informazione degli USA, considerato uno dei più autorevoli e prestigiosi settimanali del mondo, inizia il suo articolo di forte critica contro il governo meno liberale e democratico di tutto l’occidente.
Il governo del Premier Silvio Berlusconi, attraverso nuove misure, vuole il controllo sui contenuti video online e vuole obbligare chiunque carichi regolarmente video su internet ad ottenere una licenza dal Ministero delle Comunicazioni. (Time)
Se ormai eravamo abituati ad essere visti e trattati dai giornali esteri come buffoni; come una dittatura nascosta nel mondo libero, questo articolo rigira il coltello nella piaga, fornendo un’immagine dell’Italia ancora più tragica e disastrosa. Si arriva a parlare di Mediocrazia, dettata ed imposta attraverso un controllo, unico per le democrazie del mondo, delle televisioni e di come il governo sfrutti il Parlamento per dettare leggi che avvantaggiano le società del pluriprescritto e azzoppano le concorrenti (come Sky) uccidendo il libero mercato.
Le nuove restrizioni Internet, dicono gli oppositori, sono l’ennesimo tentativo da parte di Berlusconi di proteggere gli interessi di Mediaset nell’era della condivisione di video online. “Questo decreto è un regalo enorme a Mediaset”, dice Paolo Gentiloni, ex ministro delle Comunicazioni. “Abbiamo il sospetto che questa manovra ha lo scopo di rallentare la crescita di offerta video sul web da parte di un governo che ha un interesse personale a sostenere TV private”.
Chissà che pensava Paolo Gentiloni quando, a capo del Ministero delle Telecomunicazioni, non ha nemmeno provato a proporre una vera legge che scalfisse il potere mediatico del pluriprescritto. Da oppositori tutti sono bravi a fare spot elettorali. Se il paese si trova in queste condizioni la colpa è anche dei vari D’Alema e Gentiloni.
La classe dirigente in Italia fatica a tenere il passo con la rivoluzione di Internet. “La cultura politica in Italia è molto lontana dalle nuove tecnologie”, spiega Luca Conti, 34 anni, un blogger nella città costiera del Senigallia. “Non sono nemmeno ancora esperti sulle modalità di controllo di Internet in quanto non hanno ancora capito come usarlo a proprio vantaggio.” Caso in questione: più di 100.000 persone hanno partecipato a una manifestazione anti-Berlusconi a Roma il mese scorso che è stata organizzata su Facebook, ma i politici di primo piano dell’opposizione hanno snobbato l’evento. I leader del paese – sinistra, destra e centro – sono ancora incentrata esclusivamente su raggiungere il pubblico tramite tv e giornali. (Time)
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