01/02/10

Il Picco del nucleare, l'eolico, gli antichi, i moderni


Abbiamo una classe di "decisori" antica. Non vecchia. Antica. Non si tratta di età anagrafica ( pure, mediamente, veneranda) ma mentale, propositiva, conoscitiva, culturale. Sono fermi, quando va bene, agli anni '70. Li chiamo "decisori" non casualmente. Chiamarli Governanti sembra, sinceramente, un eccesso di ottimismo e chiamarli politici, se uno ha mai letto un qualunque trattato, libello, saggio, sulla Politica, fine e mezzi, è addirittura offensivo. Per la Politica.

Ovvio, quindi, che quando ci sono da prendere decisioni strategiche per il nostro paese lo facciano in modo "antico", ricercando soluzioni antiche. Una fra tutte: la fissa del nucleare, appalti, strutture e tutto il resto. Anche solo pensare al nucleare dimostra che siamo indietro. Indietro di ALMENO 30 anni. L'abbiamo scritto, certo. Ma sapete benissimo che una imagine vale più di millantaparole.

Allora guardate bene il grafico in "testa" a questo post. Non è chiarissimo ma potrete vedere che il picco della costruzione di centrali nucleari è, con assoluta certezza, alle nostre spalle. Il massimo delle costruzioni si è avuto 20-25 anni fa, con un massimo secondario dieci anni prima, intorno alla metà degli anni'70. Il massimo più antico fu probabilmente legato all'entusiasmo per questa nuova ( allora) tecnologia, alla necessità di produrre plutonio e comunque coprire gli enormi investimenti necessari per gli impianti di produzione dell'uranio "bomb grade" e al vorticoso aumento della domanda elettrica di quegli anni.

Il picco nr 2, quello verificatosi intorno alla metà degli anni '80, fu provocato, ovviamente, dal primo shock petrolifero di dieci anni prima e dimostra, su scala mondiale e sperimentalmente, quali sono i tempi di realizzazione di un impianto nucleare (in Italia, lo sappiamo, dovremmo moltiplicarli per 1.5, qualora si sia in una giornata di ottimismo cosmico o magari, più realisticamente, per 2).

Da 25 ANNI ASSISTIAMO AD UN CALO delle realizzazioni senza nessuna particolare inversione di tendenza. Attualmente vi sono 56 reattori in costruzione in tutto il mondo per 52 GW di potenza complessiva. Molti andranno a sostituire impianti obsoleti e pericolosi, ma rimaniamo alle cifre proposte. Se consideriamo validi i dati ( dovremmo, perchè il sito da cui li ho tratti pare autorevole) allora dobbiamo considerare anche che alcuni impianti saranno prossimi alla conclusione dei lavori ed alcuni saranno stati appena iniziati. Pare ragionevole, quindi che questi 50 impianti in costruzione corrisponderanno ad un massimo di 5 impianti all'anno allacciati per i prossimi dieci anni, in media. In ogni caso quelli saranno, nei prossimi dieci anni. dati i tempi tecnici, già sappiamo che nei prossimi dieci anni saranno allacciati in rete 52 GW di potenza nucleare. Questo è, come dicevo, un valore massimo, dato che nel contempo verranno chiusi molti impianti con quaranta e più anni sul groppone.

Sappiamo anche benissimo che, nello stesso periodo, con ottime probabilità verranno installati generatori eolici per una potenza complessiva ALMENO dieci volte maggiore. In realtà, solo nel 2010, potrebbero essere installati generatori eolici per oltre 40 GW di potenza, corrispondenti, in termini di energia prodotta ed immessa in rete a circa 8 GW di potenza continua, ovvero, in termini reali, circa il DOPPIO di quella producibile dagli impianti nucleari che, se tutto andrà bene, potranno essere allacciati nello stesso periodo. La crescita è esponenziale, come potrete vedere qui. Il rapporto dice, sotto traccia, anche altre cose clamorose, che potrebbero perfino essere conservative e meritano un post apposta. Andiamo invece al sodo: quando si accorgeranno, questi ANTICHI figuri, che il business, le grandi opere ed il il cemento potrebbero più utilmente essere concretizzati da una wind farm, possibilmente offshore, possibilmente appena fuori vista dalla costa ed appena dentro le acque territoriali? Ovviamente ci sono ottimi investitori, loro certo non antichi ma anzi modernissimi ed efficienti che l'hanno capito. Ma, domandina, se questo prova il lato commerciale del business, perchè dovremmo lasciarglielo necessariamente gestire?

Danno ambientale? Impatto ambientale? Non nulli, poco ma sicuro.

Vogliamo discutere delle alternative non rinnovabili attualmente evocate dai piani energetici nazionali, oppure, come credo tra persone mediamente ragionevoli, basta evocarle, senza tirare fuori i numeri?

Fonte articolo

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