Piccoli grandi segni...
Usa: produzione industriale, a settembre -0,2%, sotto stime
NEW YORK - La produzione industriale negli Usa a settembre ha segnato un inaspettato calo dello 0,2%. Le stime erano per un rialzo dello 0,2%. Lo scrive Bloomberg (via swissinfo). La capacità di utilizzazione degli impianti è scesa al 74,7% dal 74,8 del mese prima (dato rivisto).
(certo, un mese sale, un mese scende, un mese il dato è rivisto e prende la depressione e un mese il dato sale dello 0.1 e prende l'eurofia. tutto già visto)
Grecia: precari occupano museo archeologico di Atene
ATENE (via swissinfo) - I lavoratori precari del Ministero della cultura hanno occupato oggi il Museo archeologico di Atene impedendo l'accesso ai visitatori per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi e un'ondata di licenziamenti. Lo si apprende da fonti del museo secondo cui i manifestanti resteranno sul posto sino alle 15.00.
L'occupazione di uno dei più grandi musei archeologici del mondo fa seguito a quella dell'Acropoli ateniese che nei giorni scorsi costrinse alla chiusura per quasi tre giorni la Collina Sacra. I precari vennero quindi sgomberati dalla polizia, ma continuano anche oggi la protesta in loco pur senza impedire l'accesso al sito.
Belgio: sciopero ferrovie, 350 km di code sulle strade
Bruxelles, 18 ott. - (Adnkronos/Dpa) - La giornata di sciopero dei dipendenti delle Ferrovie di Stato belga (Snbc), che durera' fino alle ore 22 di stasera, ha paralizzato i collegamenti ferroviari nella maggior parte del territorio del Belgio e colpito i collegamenti europei. Lo riferisce l'agenzia di stampa 'Belga'.
Sulle strade del Belgio in mattinata complessivamente si sono formate code per circa 350 chilometri anche a causa di piccoli incidenti o tamponamenti.
Lo sciopero di 24 ore ha paralizzato il traffico ferroviario sia sulle brevi che sulle lunghe percorrenze coinvolgendo anche i treni superveloci Thalys.
Francia: pensioni; in azione i camion, blocchi su autostrade
PARIGI (via Ticinonews) - A 48 ore dall'approvazione prevista in Senato della riforma delle pensioni, scendono in campo - nella protesta che dilaga in Francia contro il provvedimento voluto dal presidente Nicolas Sarkozy - anche i mezzi pesanti. Da stamattina blocchi stradali impediscono o rallentano la circolazione sulle strade, in particolare sulla A1 e la A6, le due autostrade che da Parigi vanno rispettivamente a nord e sud.
Le "operation escargot" consistono in cortei di camion che circolano - come illustra bene la definizione - a passo di lumaca, rendendo impossibile un intervento delle forze dell'ordine ma creando enormi disagi al traffico. Inoltre, su diverse arterie sono stati disposti blocchi stradali e molti automezzi sono parcheggiati davanti ai depositi di carburante del paese in modo da impedire l'accesso.
Sono 15 i veicoli a passo da lumaca sulla A1 vicino a Lilla, una decina quelli sulla A6 a sud della capitale.
Parigi CDG: prevista cancellazione 30% dei voli, Orly 50%
(via Md80.it) Si preannuncia, per domani (martedì), una giornata particolarmente difficile per gli aeroporti parigini a causa del blocco ai rifornimenti di carburante.
Secondo fonti dell’Aviazione civile francese, è, infatti, prevista la cancellazione del 30 per cento dei voli allo scalo di Roissy-Charles de Gaulle e più della metà di tutti i voli da e per Parigi Orly.
Grandi piccoli segnali..
Strauss-Kahn "la ripresa è in pericolo"
Se non si manterrà lo “spirito di cooperazione” tra le principali economie del pianeta, la ripresa mondiale sarà “in pericolo”.
Questo il monito del direttore del Fondo Monetario Internazionale, il socialista francese Dominique Strauss-Kahn, oggi a Shanghai per un incontro con i principali responsabili delle banche centrali.
Ricordando che l’Asia è “al timone della ripresa globale”, dal momento che rappresenta un terzo del prodotto interno lordo mondiale, DSK spiega che “la collaborazione è davvero la grande eredità della crisi, ed il principale motivo per cui la ‘Grande recessione’ non è divenuta una seconda ‘Grande depressione’”.
Nel suo intervento Strauss-Kahn si sofferma poi sul tema dei cambi, denunciando i pericoli connessi ai forti afflussi di capitali che stanno “inondando” l’Asia, e che “presentano una grande opportunità per quel continente, ma anche una grande sfida.
Il rischio secondo il direttore del FMI è che i tassi di cambio vadano “oltre il limite”, e che sia abbia dunque “boom del settore creditizio”, “bolle dei prezzi” e instabilità finanziaria.”
Già.
D'altra parte, a guardare il grafico dell'oro rispetto al dollaro, è evidente che il dollaro sta svalutando rispetto all'unico bene reale (per il momento) ancora dotato di potere d'acquisto: l'oro.
Forse Strauss Kahn voleva dire che...
- La Fed ha riempito gli USA di dollari stampati dal nulla l'anno scorso per evitare il collasso totale del sistema economico mondiale , in più occasioni, ed ha continuato a farlo.
- Di conseguenza, il dollaro sta perdendo valore sul mercato delle valute. Di buono per gli USA c'e' che costa meno comprare negli USA: panini, banda e titoli di debito.
- Pechino continua a tenere lo yuan artificialmente debole.
- Washington non vuole e vorrebbe un rialzo del tasso di cambio (definito per legge da pechino) dello Yuan.
- Ma Pechino non vuol saperne di rialzare i cambi e continua la politica di yuan a prezzi stracciati
Al che, in tutto questo bel svaluta-tu-che-svaluto-io, ognuno si dà da fare come puo'.
Da Limes, articolo di qualche tempo fa ma sempre interessante
Come Washington può reagire alla svalutazione dello yuan
La politica di svalutazione competitiva del renminbi (o yuan) che il governo cinese continua a perseguire accumulando riserve valutarie internazionali in quantità pari alla metà del proprio prodotto interno lordo, nelle scorse settimane ha portato la tensione sui mercati valutari a livelli che non si registravano da molti anni.
In risposta, paesi come Giappone e Svizzera sono intervenuti pesantemente e in grande scala, con misure di svalutazione delle proprie monete al fine di attenuarne l’apprezzamento nei confronti della moneta cinese.
Il Brasile, che pure dispone di importanti riserve valutarie, ha assunto posizioni simili a quelle cinesi per dare ulteriore spinta alle proprie capacità di esportazione ed evitare il deterioramento della propria posizione internazionale.
“È la prova che il contagio cinese si sta dimostrando particolarmente aggressivo”, hanno commentato molti analisti, che hanno anche paventato come ormai prossimo lo scatenarsi di una guerra valutaria e commerciale.
Forse, Strauss-Kahn voleva dire che se si inizia a farsi la guerra con la svalutazione è un grosso casino per tutti, e che se succede diventa evidente che la "ripresa" altro non è stata che una grossa presa per il suo grosso culone. Ahem! (quando ci vuole ci vuole)
Saluti felici
Felice Capretta
Fonte articolo
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