Tra i "regali" del 2011, infatti secondo Rubin ci sarà il prezzo del barile nuovamente a tre cifre. Uno dei principali problemi sono le riserve: avevamo erroneamente pensato che la crisi avesse provveduto a riempirle in modo da metterci al riparo da futuri aumenti, invece quello che sta accadendo in Cina, dove le riserve di raffinati sono crollate per otto mesi consecutivi, ci porta ad un brusco risveglio. E non c'è da riporre speranze nel prossimo meeting dell'OPEC in Ecuador: il Venezuela ha già dichiarato che 100 dollari al barile è un prezzo più che equo, mentre l'Arabia Saudita sostiene che il barile a tre cifre è indispensabile per stimolare gli investimenti nel suo Paese.
Insomma: senza il ritorno del prezzo che ha precipitato il mondo nella recessione, i Paesi produttori non muoveranno un dito per aumentare l'output. E questo proprio in un momento in cui abbiamo un disperato bisogno di scoprire nuovi giacimenti.
Pare insomma che ci troviamo in cul de sac: con poco petrolio, oppure con una nuova recessione. Ma perché essere pessimisti? "Qualcosa inventeranno..."
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