11/02/11

Prima lo butti, e poi lo ricompri.


Come mai i nostri astuti imprenditori, che le tentano tutte pur di venderci persino l'aria fritta, non si sono gettati ancora in questo promettentissimo business?

Pensate: il consumatore compra un prodotto, lo usa, lo rompe, lo getta via e poi va al supermercato... e lo ricompra. Lo stesso oggetto, proprio quello lì in tutto e per tutto. Con appena una smanettatina per rimetterlo a posto. Geniale!

Credo che non l'abbiano ancora saputo, e io non vedo l'ora che accada. Sarò la prima a mettersi in fila per farsi "fregare" così. Ecco come funziona:

Plastica riciclata a filiera corta: il massimo che si può chiedere come esito della raccolta differenziata. Due aziende toscane, la Revet di Pontedera e la Utilplastic di Pistoia, hanno stretto un accordo sul plasmix (la frazione di plastiche povere eterogenee provenienti dalle raccolte differenziate): servirà per farne secchi, ramazze, palette, scope, articoli per la pulizia del bagno e della cucina e persino scopini.

In pratica, butti la plastica vecchia e poi la ricompri rinnovata e riciclata. Un ringraziamento a Revet e Utilplastic, che hanno trovato il modo di guadagnare senza affatto fregarci, ma anzi dando una mano all'ambiente e a tutti noi.

(Dove li vendono 'sti scopini?)

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