27/05/11

Ma non li schifavate, i ministeriali?

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La discussione sullo spostamento di alcuni Ministeri a Milano non è solo una stupida trovatina propagandistica, al pari di Zingaropoli, della stanza del buco e dell'invasione di Al Qaida. E' il segnale che c'è davvero qualcosa di drammatico che sta accadendo nell'economia del Paese.

Ieri sera ad Annozero hanno mostrato una ricerca da cui si evince che l'80% dei disoccupati e precari appartiene a famiglie operaie ed impiegatizie, contro il 20% della borghesia media e alta. Eppure ci sono diplomati e laureati in tutte le classi sociali, specializzati, plurilingue, meritevoli, non c'è differenza. Come mai questa forbice? La mia spiegazione è questa: tale ricerca mostra come l'unico criterio ormai per trovare lavoro stabile (o avviare una professione remunerativa) siano le conoscenze della famiglia. La stessa laurea frutta un buon posto o uno studio avviato al figlio dell'alto borghese con le giuste conoscenze, e lavoretti precari al figlio dell'impiegato. A meno di non andare all'estero, dove i concorsi da ricercatore vengono vinti da italiani mentre qui un italiano non ha chances, se non figlio di barone, figuriamoci uno straniero.

E qui subentra il discorso Ministeri. Negli ultimi anni ho notato una tendenza davvero preoccupante: i superfigli e i superparenti, quelli appartenenti non solo alla borghesia ma proprio alla Casta, bramano posti statali. Nella parentopoli romana, ormai su tutti i giornali, si tratta di decine se non centinaia di parenti e amici di politici assunti all'ATAC o persino alla Nettezza Urbana. Non riesco ad immaginare il figlio di un politico che tenta di infilarsi nell'ufficio monnezza, vent'anni fa: alla RAI, all'Alitalia, alla Telecom magari, ma il posticino comunale, quando mai? E lo stesso mi sembra accadere in altre città del centro nord.

Promettere Ministeri a Milano è un segno di disperazione del nostro Paese. Significa che nella "capitale morale" dell'economia per rimediare qualche voto si devono promettere posti statali sicuri, come nel tanto vituperato Sud. Significa che ai milanesi non si può promettere null'altro, per risollevare le sorti della città e della sua situazione lavorativa. Gli statali, fino a ieri derisi, nullafacenti, scrocconi, fantozziani, morti di fame, adesso sono diventati detentori di privilegi tali da essere oggetto di mercimonio elettorale. A Milano.

Non so voi, ma io ci vedo lo spettro della situazione greca che si avvicina a grandi passi.

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