21/06/11

Ministeri al Nord, costerebbero 2,5 miliardi all’anno. La boutade delle sedi di rappresentanza

Ridurre i costi della politica. Uno slogan buono per il raduno di Pontida ma ben lontano dalle reali intenzioni leghiste. E' la stessa tiritera sentita per le province - "aboliamole!", chiedeva la Berlusconi - ma stanno ancora tutte lì.

Il comunicato emanato stanotte, relativo all'ordine del giorno sull'accordo per il trasferimento al Nord di "sedi di rappresentanza operative" dei principali dicasteri, recita: "i ministeri, nella loro autonomia ma nel rispetto di quanto previsto dalla Costituzione su Roma Capitale, potranno istituire delle sedi di rappresentanza operative altrove, ma senza costi aggiuntivi per lo Stato". Insomma, nonostante i tagli che già hanno colpito la macchina pubblica, i diversi dicasteri dovrebbero ingegnarsi ad aprire ulteriori sedi in altre regioni, con un'operazione "a costo zero", ma dal momento che la coperta è corta, bisognerebbe togliere risorse dal bilancio interno, rinunciando ad altri servizi o attività. La contraddizione in termini è evidente. L'impressione, però, è che si tratti solo di una boutade: non viene infatti espresso alcun obbligo a trasferire le sedi al Nord, tutto rientra nell'ambito dell'"autonomia" e della possibilità.

Secondo uno studio del Sole 24 ore,inoltre, per trasferire tre dicasteri senza portafoglio si spenderebbero circa 11 milioni l'anno a cui andrebbero sommate le spese per le riunioni di Consigli dei ministri e lavori parlamentari. Risultato: 11 milioni più 15mila euro a settimana per tre funzionari, un direttore generale, oltre al costo della sede romana, indispensabile.

Il discorso cambierebbe radicalmente per i Ministeri con portafoglio (lavoro, semplificazione, riforme ed economia), strutture operative pachidermiche. Presso il solo dicastero dell'Economia, ad esempio, lavorano 11.138 dipendenti che dovrebbero essere trasferiti in pianta stabile a Monza. Il Ministero degli Interni, invece, fa contare circa 20mila funzionari (di cui 6,748 già al Nord). Costo totale: 2,5 miliardi di euro. Altro che riduzione dei "costi della politica". Il tutto - è ovvio - avverrebbe a spese dei contribuenti (anche padani). La Cgil che ha poi calcolato i costi sociali dei trasferimenti coatti: solo per spostare due ministeri, riferisce il Sole24 ore occorrono 1,8 miliardi. A rischiare il trasferimento saranno circa 33mila dipendenti su 174.681. La riduzione dei "costi per la politica" è ben altra cosa.

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