08/02/12

Crisi del gas, ma il nucleare non serve a niente. Ecco perché

58 centrali nucleari. Ma i francesi, con consumi record, sono costretti ad importare energia. Si chiama Paradosso di Jevons, ed è una condanna da cui fuggire.


C'è qualche problemino con i rifornimenti di gas, ed immediatamente tornano alla carica gli insopprimibili fautori del nucleare. Agitando la caramellina della risorsa inesauribile e quasi regalata, sperano ancora di portare acqua al loro mulino. Ieri sera a Porta a Porta ho ascoltato di sfuggita un tizio che raccontava come a Bruxelles se ne stessero tranquilli al calduccio perché "il Belgio si rifornisce da centrali nucleari e quindi non ha problemi".

Anche la Francia ha il nucleare. La bellezza di 58 centrali, per la precisione. Ebbene, come racconta Medo che vive colà, la Francia sta disperatamente cercando sul mercato l'energia elettrica di cui ha bisogno: costretta ad importarne da Spagna e Germania, costretta a dar fondo a centrali a carbone e a olio combustibile.

Che succede? Succede che i nostri cari cugini sono riusciti a consumare 77600 MW di picco alle 4 di notte, due giorni fa, e oggi in giornata è previsto il record galattico di 100000 MW. Le centrali nucleari francesi producono circa 60000 MW. Questo significa che la domanda è al doppio della produzione nucleare.

Se considerate invece che il record italiano di consumi elettrici è pari a circa 57000 MW, ottenuto nel mese di giugno a mezzogiorno, forse qualche conclusione riuscite a tirarla da soli.

I francesi sono forse 200 milioni di persone? Hanno una produzione industriale pari a quella della Cina? Niente affatto: sono semplicemente abituati a far uso smodato di energia elettrica, "tanto ci sono le centrali nucleari". E quando le temperature scendono o si alzano troppo, i consumi vanno alle stelle, e l'energia non basta comunque.

Si chiama Paradosso di Jevons, e funziona sempre. Più energia si ha a disposizione e più se ne chiede, all'infinito. Se costruissero altre 50 centrali, ci sarebbero ugualmente momenti di saturazione.

I consumi italiani sono invece considerati un modello di sobrietà (parola che va assai di moda ultimamente). Dove l'energia è preziosa, se ne fa un uso intelligente. E la qualità della nostra vita, da un punto di vista energetico, non è inferiore neanche di un millimetro a quella francese.

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