E’ una maniera di protestare non violenta: a Brescia il 1 dicembre per la giornata mondiale contro gli inceneritori, la gente digiunerà per protestare contro l’inceneritore nella loro città (gestito da A2A che ha vinto la gara anche per gestire quello di Acerra grazie alla manna CIP6) e contro tutti questi impianti nel mondo.
Scrive altraBrescia:
L’impegno prevede un digiuno di 24 ore durante le quali è concesso solo bere acqua o tisane/te zuccherati, inoltre il digiuntante è invitato a comunicare a tutte le persone che incontra il significato della suo gesto sensibilizzando gli altri sulla lotta contro l’incenerimento, sulle ripercussioni che tale pratrica ha a livello economico e soprattutto ambientale e sulle alternative possibile.
Sappiamo bene che il digiuno di una persona è un gesto simbolico ma proprio per questo è ricco di significato. Far sentire la nostra voce, essere pronti a qualche rinuncia pur di ribadire il nostro pensiero, far parte di una lotta che si snoda in tutta Italia è, a nostro parere, molto importante per dimostrare che c’è chi ha la volontà di fare e di essere coerente con le proprie idee.
La catena del digiuno è nata dall’ Associazione Nimby Trentino che l’ha lanciata il 21 marzo 2004 e l’niziativa, come dicevo è promossa, da altraBrescia e sostenuta dal Coordinamento Comitati Ambientalisti della Lombardia, dal Comitato Ambiente Città di Brescia e dalla Rete Nazionale Rifiuti Zero.
Ecco i motivi della protesta
Fonte articolo• Siamo estremamente preoccupati per la nostra salute e per quella dei nostri bambini: In Italia l’aumento medio di tumori in età infantile è di circa il 2% all’anno e addirittura del 3.2% all’anno nei bambini sotto l’anno di età.
• Continuiamo a bruciare rifiuti aumentando le emissioni di CO2 quando il protocollo di Kyoto ci impone di diminuirle. Bruciare 1 tonnellata di rifiuti significa immettere in atmosfera circa 450 kg di gas serra. L’inceneritore di Brescia brucia ogni anno oltre 800 mila tonnellate di rifiuti!
• Denunciamo l’assurda “truffa” dei CIP 6 che con una legge tutta Italiana ha dirottato fondi per le energie rinnovabili destinandoli agli inceneritori. Ogni anno miliardi di euro pagati dai cittadini (con un contributo del 7% sulla bolletta dell’energia elettrica) finiscono nelle tasche degli inceneritoristi, mentre nel resto d’Europa chi brucia e inquina paga!
• Al contrario dell’inceneritore Silla di Milano (sempre di proprietà A2A) l’inceneritore di Brescia non è dotato di catalizzatori efficienti. Vogliamo che l’amministrazione comunale tuteli la salute dei cittadini chiedendo ad A2A di applicare a Brescia gli stessi catalizzatori già in funzione a Milano;
• la diossina è un cancerogeno certo per l’uomo, chiediamo che chi ha il compito di tutelare i cittadini si adoperi perché organismi indipendenti facciano analisi e controlli sui terreni circostanti l’inceneritore. Il latte alla diossina delle 18 aziende agricole a sud dell’inceneritore è un chiaro segnale della necessità di effettuare al più presto analisi approfondite;
• Chiediamo che il Comune di Brescia e i comuni della provincia facciano tesoro delle esperienze positive di quanti hanno scelto la strada della Riduzione, del Riuso e del Riciclo dei rifiuti perseguendo gli stessi obiettivi. In un mondo dalle risorse limitate non è possibile incenerire e distruggere per sempre materiali che potrebbero tornare ad essere materie prime e compost;
• La raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti e l’incentivazione al compostaggio domestico devono essere un obiettivo prioritario per ogni amministrazione;
• Vogliamo unirci alle altre realtà italiane che stanno già da tempo praticando questa forma di opposizione non violenta. E’ importante far conoscere la coesione esistente fra i comitati attivi sul territorio nazionale, sfatando così il mito della sindrome di NIMBY. (ACRONIMO INGLESE per Not In My Back Yard, lett. “Non nel mio cortile). La salute è un bene supremo ed è un diritto per tutti!
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